Riflessioni

In questa pagina raccogliamo alcuni spunti di riflessione intorno ai temi trattati all’interno della nostra associazione

marzo 2012

Investimenti di minima culturalia
Un assessore alla cultura e/o sindaco di un qualsiasi comune č certamente affascinato dai grandi eventi, cioč dalla seduzione delluno che č antitesi della democrazia che, guarda caso, crea gli uni (pluralitŕ e soggetti vari). E chi non vorrebbe essere per almeno una settimana padrone nel suo territorio del museo Egizio di Torino oppure dellHermitage oppure del Louvre oppure della Galleria degli Uffizi o delle migliori collezioni mondiali di arte trasportate per incanto del denaro nel proprio comune? Ma sarŕ proprio vana la domanda ma perché? Forse, se si vuole fare cultura, investire in cultura basterebbe incominciare a ragionare se non ci sia piů senso portare i propri cittadini in quei musei con bei charter o pullman e valorizzare di converso il proprio territorio, tanto per dirne una, con i versi dei propri poeti. Ad esempio incisi sulle pietre dei moli, di certi muretti di contenimento, proiettati col laser sulle facciate dei palazzi, appesi con gli striscioni, scolpiti sulle rocce oppure posti su sentieri ecologici con tavolette di legno, con macchine distributrici di informazione come totem senza tabů. Come percorsi del sacro della cultura, come momenti di relazioni fra mondi e ambienti. A Trieste i moli sono lě che attendono, il Carso pure, parco culturale alla ennesima potenza e denegato per ragioni che tutti sanno ma che non dicono: il pregiudizio conflittuale fra genti di lingue diverse. Pochi soldi, tanto arredo urbano, tanta cultura, tanta valorizzazione di propri artisti e poeti. Il respiro del territorio che accoglie tutti, turisti in primis e si fa conoscere. Santa Maria del Guato attende esposizioni permanenti degli artisti, di tutti. Oppure banale dominio di chi giŕ dirige e tende alluno? In ogni caso lanelito al grande evento che sia almeno volano di richiesta e di contratto di reciprocitŕ e scambio magari apprendendo ad utilizzare risorse istituzionali (gratis) sparse per le piů importanti cittŕ del mondo.

febbraio 2012

Bruno Martinazzi ha 89 anni e vive nel futuro. E un artista nato a Torino, uno dei piu brillanti e originali scultori e orafi del nostro tempo.
Abita in Piazza Vittorio, al terzo piano, e sopporta i rumori della movida pur di non rinunciare alla vista sul Po che toglie il fiato. Dal suo salotto, zeppo di foto, libri e opere, si vedono i tre ponti sul fiume, la Gran Madre e la collina. Il panorama, specie di sera, rimetterebbe in pace con la cittŕ anche i piů rancorosi. Quelli che ce lhanno su con il traffico, lo smog, il provincialismo, con ciň che č torinese. Č da questa stanza che Bruno Martinazzi riflette sulla ŤGiornata della Memoriať e guarda avanti.
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gennaio 2012

Fra gli 8.000.000 e passa di poveri si trova anche qualche cosa di importante, di molto importante.
Oggi mi ha chiamato E. Lavevamo aiutato a Natale ed anche prima. E. č un nostro amico. Quando chiama ha da raccontare qualche cosa che pensa importante oppure ha bisogno. Gli rispondo richiamandolo col cellulare per non farlo pagare troppo. Mi dice che non sta tanto bene ma che ha bisogno subito di 30 euro. Trenta euro. Come i denari. Mi informa che siccome pioviggina non riesce ad andare a chiedere lelemosina sul sagrato della chiesa: poche persone. Ma mi vuole anche vedere. Ci diamo un appuntamento dalle parti del teatro romano. Arrivo ma non lo vedo. Sento ad un tratto la sua voce. Si sta mettendo daccordo con alcune lavoratrici del negozio di fronte per aiutarle, il giorno seguente, a mettere a posto gli scatoloni. Ci abbracciamo: era sulla strada perché pensava che arrivassi in macchina, invece no, ero a piedi. I trenta euro. Per cosa? Per comprare una vestaglia ad una signora molto anziana che č stata ricoverata improvvisamente per una reazione allergica ai farmaci. Voleva che laccompagnassi a scegliere la vestaglia. poi gliela avrebbe portata in ospedale.
Chissŕ se le varie lady e i vari sir spread arriveranno un piů speditamente alla lettera s sul loro dizionario personale: dove s sta per solidarietŕ ed affettivitŕ. Anche lEuropa non vive senza esse. Oppure penseranno ancora che la solidarietŕ e laffettivitŕ č roba per gli 8milioni e passa di poveri italici e basta.

ottobre

Falso allarme
Lapocalisse č rinviata a data da destinarsi
Ricapitolando. LEuropa non č esplosa. La Germania non č uscita dalleuro. La Grecia nemmeno. LItalia non č stata espulsa per indegnitŕ. La Spagna č considerata praticamente fuori pericolo. Di Irlanda e Portogallo non si parla nemmeno piů. Il Bundestag ha approvato preventivamente senza fare storie. Slovacchi, finlandesi, austriaci e olandesi, solitamente malmostosi in prossimitŕ delle grandi riunioni europee, sono stati silenziosi e collaborativi.
Le banche, volenti o nolenti, si ricapitalizzeranno. Ad addolcire di molto le loro pene, se č vero quanto ha scritto Les Echos, provvederŕ lautoritŕ bancaria europea, lEba, che le autorizzerŕ a computare nel capitale i CoCos, obbligazioni ad alto rendimento convertibili in azioni in caso di pericolo per la sopravvivenza della banca. [Continua la lettura]
27 ottobre 2011

I Guasta-Feste
(uno sguardo ai moti provocati dal ribollire e sobbollire sociale)
Sembrava che la lettera (segreta prima e poi pubblicata a destra e a manca) della Banca centrale europea firmata da Trichet (oggi in para-pensione) e Draghi (past governatore della banca dItalia e prossimo allinsediamento al vertice della Bce) mettesse fine al fermo di tutto ciň che i governi e i parlamenti della nostra Italia erano riusciti ad imporre per la loro sopravvivenza e per il quieto prosperare delle corporazioni. Ma anche in questo caso abbiamo visto che se queste nostrane ed importanti istituzioni avessero messo in forma le raccomandazioni della Bce avrebbero disatteso ampiamente la loro auto poiesi, il loro galleggiamento. E cosě č stato: non si fa; ma si rende pubblica la nota cercando di salvare se stessi anche con ladditare le pensioni come il male assoluto guardandosi bene dall entrare nei necessari ed opportuni distinguo. Il dagli alle pensioni diventa uno sport di caccia condiviso. Sotto sotto si vorrebbe che altri facessero, scotomizzando cioč non vedendo lesempio che si dŕ e quanto altri abbiano inteso lo stato come malloppo da spartirsi. Sicuramente noi cittadini subiremo stress e riduzioni di benessere, collettivamente ed individualmente. [Continua la lettura]

Sant’Antonio, A.D. 2011
Trovarsi a Camposanpiero alla Chiesetta del Noce – dove piů o meno 800 anni fa cera il noce da cui Sant Antonio da Padova predicava – per un incontro mondano (ma sarŕ proprio tale?) come č il convegno internazionale che ha per oggetto La donna e il sogno ha significato incontrare le parole del santo. Non era nella scaletta, ma le parole di santAntonio ci sono venute incontro fra le quercette che adornano il canale e i lati del vialetto. Parole dei suoi sermoni. Mentre migliaia e migliaia di persone giovani e diversamente giovani in tutto il mondo marciavano per dire la loro; per dire basta ai nanosecondi con cui la finanza del mondo gioca allo scoperto riuscendo addirittura a vendere ciň che non ha (scoperto appunto) e gli stessi debiti che ha fatto e che sta facendo. Una finanza che vende e svende fiducia, rapporti virtuali. Ma che crea povertŕ. Wall Street, Borse, F.M.I., Bce, Spread, banche e Istituti Bancari, City, Indice Hang Seng, AAA. Le parole di veritŕ della gente comune, ordinary people, giovani, anziani diventano veritŕ che in certi ambienti non si vuole sentire perché la veritŕ suscita odio per cui la prova del silenzio deve ricadere per forza su chi vorrebbe dire, urlare, proferire veritŕ. Silenzio, allora. Prendere a modello la cultura dei mondani. Lo diceva giŕ SantAntonio! Dire la veritŕ, a costo di apparire naif, viste la tante veritŕ-relative a cui ci ha abituato il nichilismo fai date con la debolezza del pensiero, diventa dirompente, scandaloso. Per questo vediamo la polizia e la sentiamo dire let movi perche sia sempre libero lo spazio attorno ai templi dei giochi finanziari. Sia mai! Nessuna veritŕ deve fermare il giocattolo dei finanzieri potenti. Alla domanda chi č piů bestia noi o gli animali? santAntonio risposegli avari, gli usurai. I primi generano i secondi. Si sono impadroniti di tutto il mondo. Hanno denti da leone. Sono bestie feroci che si straziano la mente per accumulare. Animali piccoli apparentemente misericordiosi. Succhiamo il sangue dei poveri, li stritolano insensibili al loro pianto. Hanno due pesi e due misure. Ma possono andare in Paradiso? Il santo dice si, se si tolgono il sudiciume dagli orecchi del cuore, se si pentono, se si convertono. La forza del perdono cč sempre. Non č da poco, essere cristiani, conoscere il perdono. E non č poca cosa rileggere queste parole dette e scritte da santAntonio in questi periodi di gravi crisi. Ricordarsi di avere le orecchie del cuore ci riporta allimmagine agostiniana che invita ad ascoltare col cuore. Ma se le orecchie sono piene di cerume, di lordura la voce, le parole dellaltro non sono sentite. La sorditŕ procurata dalla ricchezza sta nellimmondizia dellaccumulazione alienata ed alienante.
Augusto Debernardi

settembre

Ci mancava anche questa: un signore (facoltoso) catturato anni fa dalla giustizia statunitense per piů che possibili abusi allinfanzia si dedica al volontariato dopo essere sfuggito alle pene americane. Torna nella sua cittŕ Trieste grazie a vari affidavit firmati da persone importanti e si riabilita entrando nel volontariato; forse la sua coscienza si converte. Istituzioni laiche e cattoliche lo accolgono e gli danno una mano e ricevono degli aiuti. Trionfo del perdono! Ad un certo punto appare, dopo aver aiutato barboni e derelitti, anche in un girotondo festoso con dei bambini. Qualche timore parte dai genitori e un sacerdote ne raccoglie le trepidazioni e, dopo essersi rivolto alle laiche istituzioni con poca risposta, lancia il suo strale preoccupato attraverso i media. Intanto si apprende che pure il sindaco di Trieste ha partecipato alla festa, insieme. Sinteticamente: tutto ciň che č esibizione ed ostentazione č stato rispettato; tutto ciň che č riservatezza č stato disatteso. Per ora siamo ad un assessore comunale che dice che č felice di essersi sbattezzato. Altri pensano che la grandezza della chiesa stia proprio nelle polaritŕ di chi tollera e di chi teme e forse nemmeno censura ma risente della inconcludenza dei richiami e se ne preoccupa. Uno squallore che ha moltissimo a che fare con quel ponte che il perdono cristiano edifica continuamente nonostante le altrettanto continue distruzioni, troppo spesso, figlie dei rapporti sociali mediati dallimmagine. Sarŕ per questo che altri derelitti o rei giacciono nell’abbandono non essendo abbastanza facoltosi.

Con lamarezza in aumento si potrebbe concludere con locchio rivolto alla laicitŕ in maniera laicamente iconoclasta: un tempo si compravano le indulgenze, oggi si ha il volontariato. Per questa ragione lessere volontari necessita di tutele e rumori assai ovattati, affinchč le buone pratiche restino tali, quando ci sono, e non siano limitate ad unetichetta.
Augusto Debernardi (sociologo clinico)

Di fronte alla catastrofe
Parecchie persone – non certo moltitudini – mi hanno domandato come mai in questa fase politica e di crisi sociale non abbiamo gambizzazioni e pallottole dargento. Senza scomodare le visioni piů fosche e paranoidee a cui certa politica e certe istituzioni ci hanno allenato attraverso le loro trame e depistaggi rispondo scomodando una vecchia metodologia psichiatrica prodotta sulla fine degli anni 60 da una psichiatra svizzera. Con essa si evidenzia la seguente sequenza di risposta di fronte alla notizia della morte o della catastrofe. Si incomincia negando il problema (no, non č cosě, non sarŕ cosě); poi scatta la rabbia (non č giusto, non ha senso che capiti a me, si incolpa qualcuno anche gli stati fanno esattamente cosě! -); si passa alla negoziazione (basta curarsi, applicare qualche correttivo salutistico, prendiamo tempo cioč); poi arriva la depressione (non cč niente da fare, siamo in balia, meglio rifugiarsi in noi stessi e basta) ed infine si accetta e SI TACE e ci si isola ancor piů. Negli stati di fronte alle catastrofi accade piů o meno la stessa cosa. Accadono anche brevi e violente arrabbiature di piazza, ma non organizzate e perseveranti ma assai caratterizzanti la nostra societŕ occidentale ad esempio con la devastazione di negozi e centri commerciali. Senza scomodare mille analisi i fatti di violenza collettiva accadono semplicemente perché si puň! (come possono i vari governanti della cosa pubblica aumentare del 150% le trasse magari attraverso laccensione di debiti collettivi!!) Ma anche i cosiddetti mercati, allenati come sono ad una visione novecentesca delle cose sociali (quando le masse finivano irreggimentate negli eserciti e mandate a morire) sono supini e per niente fantasiosi e giocano a scommettere sul default anche degli stati per guadagnare subito. Hanno “solo” piů potere di altri (finanziariamente) perché glielo hanno lasciato intatto ed anche fatto prosperare. Ma molta parte della popolazione, ovviamente per la sequenza su esposta, continua a votare gli stessi schieramenti (e le stesse persone) che hanno contribuito al disastro che non č frutto del solito ed unico tiranno. Intanto i consumi di frutta e verdura diminuiscono ma non quelli dei dolci e dei grassi. Flessibilitŕ e coesione diventano indispensabili oltre che molto ragionevoli ed emotivamente valide. Perň sono cose a noi-cittadini abbastanza precluse e difficilmente raggiungibili (ma non impossibili) visti gli inni allindividualismo in tutte le sue forme che i vari sacerdoti delle varie e multiforme caste hanno elevato. E in questi peana vanno compresi i piů gravi cioč quelli prodotti dagli egoismi istituzionali che fondano proprio le caste e le corporazioni. In ottemperanza al dettato della societŕ dello spettacolo e della falsitŕ come veritŕ.
Augusto Debernardi (sociologo clinico e presidente di Iniziativa Europea)

Fra caste e istituzioni poco caste… non appisoliamoci
Viviamo tempi curiosi con istituzioni altrettanto curiose anche quando vorrebbero stimolarci. E cosě, grazie alla dimensione comunitaria europea, abbiamo il Pisus che non vuol dire pisolo od altro ma piano integrato di sviluppo urbano sostenibile. Gli assessori comunali triestini chiamano a raccolta aziende e quantaltro: soldi comunitari in vista. Pisus č un acronimo.. ma qualche volta gli acronimi additano il motto di spirito!

Siamo in peno magazzino 26, dove ci sta una biennale diffusa che attraverso lidea dellarte č riuscita a far trionfare ogni tipo di deroga edilizia e non solo. Infatti tratti del porto vecchio di Trieste sono stati segnati dalla piů totale cultura della deroga della deroga: deroga per gli impianti di ogni ordine e grado, fogne comprese, energia idem. Bene: deroghiamo. Con larte č piů facile. Ma non vorremo del tutto derogarci dalle preoccupazioni perché assessori comunali e sindaci vedrebbero bene qualche edificazione a firma Ater anche in zona porto vecchio: magazzino 26 docet e batte la pista. Uno sguardo al popolo piů popolo salva la coscienza. Bene. Domanda: ma si č proprio certi che sia ancora il caso di costruire del nuovo, trasformando, di fatto, aspetti di ambienti storici in meri centri commerciali che alla sera diventano deserti come tutte le zone commerciali a meno che non siano riempiti da gazebo per qualche piů o meno assurda fieretta o da qualche avventore schiamazzante di bar e bevitoria? Molti, troppi centri storici di cittŕ importanti la stessa Roma e San Marino hanno avuto questa sorte. Il punto ovvio č che non sono i piani la soluzione ma la politica. Riuscirŕ costei a dire basta a inventare una agenzia per laffitto affinchč garantisca anche i privati cittadini dalle insolvenze di affittuari poveri o senza scrupoli ed affinchč si dia una risistemata fondamentale alle case vecchie, abbruttite dal tempo e che richiedono investimenti seri? E magari crediti davvero agevolati per ridare senso ad una cittŕ dagli edifici non proprio sempre attraenti. Mi pare che un certo sig. Soru in unisola del mar Mediterraneo abbia varato propria una legge che recita per cinque anni nessuna nuova costruzione. Dice qualche cosa o solo addita sconfitte politiche anche se poi sembrano ritorcersi contro gli eletti vincitori?
Augusto Debernardi

Debito pubblico e patrimonio (pubblico)
I tempi di bancarotta allertano tutti, anche quei ricchi per bene che invocano una imposta sui loro patrimoni. Il rumore del banco rotto stimola a qualche ragionamento naif. Senza tavoli di mezzo, ma prendendo informazioni di qua e di lŕ. Debito pubblico pari a 1900,00 miliardi di , cioč il 120% del nostro vecchio PIL. Riflessione: ma lo stato, cioč tutti noi, non č che non abbiamo dei patrimoni? Uno studio del ministero del tesoro valuta il patrimonio pubblico pari a 1800miliardi di euro. Ci siamo quasi. E parte di questo patrimonio sta nelle pance degli enti locali, regioni comprese, che sono a loro volta indebitate. Se solo questi enti dismettessero il loro patrimonio quello non strettamente necessario ai compiti istituzionali si calcola che diminuiremmo il debito complessivo e di colpo di 6 (sei) punti di Pil. Mica male. Se qualcuno č scettico e vuole completare il ragionamento che propongo potrebbe rivolgersi al senatore Nicola Rossi, giŕ esperto del presidente DAlema. Non sempre i rottamandi sono alieni da idee sensate. Ma le caste e castine?
Augusto Debernardi (sociologo clinico)

agosto

Debitocrazia: un tema non da poco
Ci siamo: siamo arrivati ad essere governati dal debito. Veramente da chi lo ha contratto e fatto alimentare. Si vede proprio, nonostante gli insegnamenti dei piů grandi filosofi come Agamben , che cč una pesante differenza fra democrazia e legittimazione del potere. Democrazia č una forma di governo, punto. E proprio per questo ci sono molti cittadini che non si sentono affatto corresponsabili del debito accumulato. Accumulato da chi? Coloro che non si sentono produttori del debito sono quei cittadini che hanno ipotecato la casa per poi pagarsi il mutuo; quelli che hanno contratto debiti quando non potevano farne a meno e ne hanno pagato la restituzione e gli interessi. Sono quei cittadini che non hanno mai fatto debiti. Per rendere le cose piů semplici ed elementari: perché dovrebbero essere corresponsabili del debito provocato dalla corruzione o dagli espedienti legali per ottenere dei sovrapprezzi rispetto a quanto espresso al momento delle gare da imprenditori con studi legali coi fiocchi? Oppure per avere entificato a dismisura la societŕ? Giŕ perché? Perché maggiore povertŕ diffusa e aumento dellansia a senso unico?
Augusto Debernardi (sociologo clinico)

giugno

Le strane associazioni di alcune parole: Guru e accuse (contabili)
La parola guru č spesso associata alle questioni contabili. Basta pensare cosa accade nelle alte sfere del potere della nostra Italia o dalle parte di cifrematici famosi. Ma anche dalle nostre parti. Possiamo rilevare che luso del vocabolo guru (che propriamente indica il maestro spirituale indiano) anche quando č fatto in maniera chiaramente affettuosa o quasi esprime e nasconde il motto di spirito, la bonaria presa in giro. Un sottile espediente, assai insidioso, perché propaga il senso esattamente contrario al significato letterale. Lo hanno usato in molti, a Trieste, per indicare lex direttore della sanitŕ triestina quando era allapice del comando. Bonariamente, come si diceva. Ma č proprio cosě? Quali rimandi vediamo? Spesso accade che al di lŕ della censura espressa della sentenza 5259 della Corte di Cassazione che stabiliva appunto luso offensivo del termine le persone nel corso della loro vita si trovano a ricercare qualcuno in cui avere completa fiducia. Cercano di essere guidate, comandate. Ed ovviamente ci sono persone a cui piace moltissimo avere dei seguaci fedeli. Dove fedeltŕ vuol dire assenso e consenso totale. Succede moltissimo anche nella sanitŕ (e nella politica) dove lattribuzione di carisma e di competenze e di potere č pari a quello che la persona promana e costruisce o millanta. Ciň accade vuoi per lanelito di una guarigione vuoi per una carriera o spazio espressivo e valorizzante. Sotto un aspetto piů generale il guru diventa un capo-supplemento assai complementare alla societŕ delle imprese nella quale il sé č il capitale da valorizzare e dunque, rispolverando il vecchio Freud, la separazione fra Io e ideale dellIo non č molto sviluppata. Cosě il capo-supplemento detto nel lessico comune guru non č altro che un imprenditore che dŕ limpressione di una sua maggiore forza e libertŕ (libidica). La societŕ dello spettacolo lo permette alla grande. Ci avviluppa, tutti. E i poteri-veri sono disperatamente presi nella ricerca di primeggiare.
Augusto Debernardi (sociologo clinico)

Non č sufficiente il concetto di rete per fare Europa.
E da poco passato il 74° anniversario della morte di Carlo Rosselli (9 giugno) che ci ricordava con la sua frase “Oggi in Spagna, domani in Europa” che i paesi sono passibili di legami, hanno destini piů in comune di quanto si pensi e che la libertŕ esige dei prezzi. I Greci stanno annaspando in un debito difficile e importante ma anche altri paesi come il nostro non č che stiano lě per ridersela. Proprio no. La parola lavoro sembra diventata sesquipedale (ampollosa) mentre č sempre uno strumento indispensabile per il genere umano. Nel piccolo avevamo varato una narrazione collettiva Lavoro-Impresa: andata|ritorno. (sarŕ presto sul sito web di iniziativa europea). Il lavoro non č un optional o privilegio. Né lo č il reddito da cittadinanza. Oggi abbiamo la Fiom a Bologna sul tema lavoro e altri due grandi sindacati CISL e Uil che richiedono la riforma del fisco. E ci aggiungono la loro prestanza muscolare che non mancherŕ di chiamare adepti al ventilato sciopero generale. E intanto in Spagna il PP ha la piů forte concentrazione di potere municipale della storia repubblicana spagnola. Un monito per tutti. Come pure il game over della continuitŕ del potere governativo italiano. LEuropa č chiamata a scegliere (vale dire le ns. forze politiche) fra stati federali europei oppure rafforzamento dei poteri degli stati singoli. Una cosa č certa: non si potrŕ sostenere come ha fatto lItalia – fino a domani – un impianto di poteri pubblici inalterati dal tempo del fascismo e nonostante il crollo del muro fra comunismo e capitalismo. Lesistenza di tale pesante ed invadente impianto statale di casa nostra ha permesso la proliferazioni di inutili centri decisionali (entificazione della societŕ) che mettono in crisi la democrazia impedendo espressioni diverse, ascolti diversi, relazioni diverse, equitŕ distributiva ed impositiva. Democrazia cioč.
Augusto Debernardi (sociologo clinico)

La seguente riflessione, ha provocato un piccolo dibattito sul sito del Gazzettino.
Bossi-Fini lasciano il nome su una legge che dŕ il colpo di grazia alle giŕ sgangherate carceri italiane, affollate per il 165% della loro capienza. Tale legge dŕ anche una bella spinta allautoritarismo collettivo. Tutti sanno, cioč coloro che un po di studi fanno sul serio, che limmigrazione č il prodotto di due grandi fattori: push (spinta) e pull (attrazione). Spinta allemigrazione sono le guerre, le carestie, i regimi del terrore e della tortura che vanno sempre a braccetto. Richiamo od attrazione allimmigrazione sono le imprese e le microimprese che necessitano di lavoro e le famiglie che necessitano di badanti.
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aprile

In riferimento agli stati generali della cultura svoltisi ad Udine il 16 marzo sc. ed a cui non abbiamo potuto partecipare causa malattia porgiamo questo nostro documento allegato. La ns. Associazione č impegnata in questo dominio e pertanto si permette di porgere alcune sue osservazioni in merito e richiede anche di essere invitata alle commissioni di studio che seguiranno.

Marzo

E ci risiamo altri venti di guerra!

Ricordiamoci lart. 11 della nostra Costituzione:
< L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertŕ degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di paritŕ con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranitŕ necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.>
Un articolo che va letto tutto perché ammette che L’Italia accetta di limitare la propria sovranitŕ a favore delle organizzazioni internazionali che promuovono la pace e la giustizia (come l’ONU)[…]
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febbraio

Potremo ancora farla franca?
Il Nord Africa che si affaccia sul mare nostrum (Mediterraneo) ha avuto un contagio a dir poco impressionante: moti popolari su tutta la sua fascia costiera. Moti come quelli che si studiavano sui sussidiari di un tempo cambiano le caste del potere. Anche di quello che pareva il piů solido. Che il ceto medio, la borghesia nascente abbia avuto un ruolo fino a ieri sottovalutato? Oppure che il pane sia stato il determinante piů forte? Sě, proprio il pane, quella cosa di cui il libro di Predrag Matvejevi parla con dovizie, Pane nostrum. Nostrum come il mare che ci unisce tutti. Se cosě č non possiamo non dirci che agenti finanziari si stanno prodigando per stimolare i risparmiatori a comprare titoli (derivati poi) di compagnie che trattano le materie prime, alimentari compresi. Quei chicchi di granaglie e quelle farine con cui si fa il pane nostrum. Che costa di piů. E si vede. Latouche, leconomista della decrescita, prevede crisi alimentari fra un mezzo secolo. In realtŕ non proprio pochi di quelli che compongono il patrimonio dellumanitŕ soffrono giŕ oggi la fame e non hanno soldi per comprare il cibo primario. Esiti di speculazione? Quasi sicuramente si, anche con molti distinguo. Forse gli economisti hanno quasi ragione a distinguere. Perň la domanda di un bene come il pane fa sorgere una domanda per un bene ancora piů grande: la libertŕ. Ecco ristabilita quella gerarchia di valori che tutto il nostro sistema di dipendenza dagli oggetti ha voluto NEGARE a favore di un godimento diffusamente obbligatorio, senza desiderio. Per noi del nord del mare nostrum diventa difficile farla franca anche se ci accorgiamo che lautostima e lautoincensamento del nostro premier homme non manca affatto e sta lě come per consolarci.
Augusto Debernardi (sociologo clinico)

Il Piccolo, 24 febbraio 2011
Noi: Bambini di Noč
Chi aveva mai pensato a Noč come una sorta di collezionista? Uno dei piů antichi, se non il primo collezionista della storia. Ma cč anche chi, oggi, mette da parte gli oggetti come le parole e le conserva con dei libri. Le parole ci dicono qualche cosa e sono lobiettivo del nostro lavoro associativo. I libri sicuramente durano molto di piů dei dischetti e delle chiavette. Per noi, come per il poeta, nessun nome puň essere scritto sullacqua. Ci proviamo allora. Anche con Trieste Scrive. Scrivono in tanti, anche se tutto sembra solo elettronico e la politica sembra solo schiava del potere. Anzi noi e i capiě tutti costretti al godimento senza fine, senza desiderio. Dipendiamo dagli oggetti, dal danaro. Ma, ritornando a raccogliere parole e custodirle, diamo il nostro contributo affinchč il mondo riconosca e dichiari che luomo č patrimonio dellumanitŕ. Quando ciň avverrŕ le barche e i barconi saranno pieni di patrimoni dellumanitŕ e non di diversi. E cosě le carceri, gli ospedali, le scuole. Silvano Agosti ha presentato una precisa richiesta allUnesco in tal senso lasciandoci sperare che anche oggi cč qualcosa da collezionare oltre i pokémon, le figurine, i bakugan, i soldi, i problemi procuratici dai signori e signore di tutte le taglie.
Augusto Debernardi

Il Piccolo, 20 febbraio 2011
VOLONTARIATO
ŤPoesia e rivoluzioneť
Le donne di molte cittŕ italiane, domenica, portavano una sciarpa bianca. Nella tradizione cinese e’ indiana il bianco č segno di lutto, di fantasmi. Dalle nostre parti č segno di purezza, di solennitŕ liturgica e per i movimenti femministi indica la violenza contro le donne. Per non essere troppo distratti qualcuno portava il bianco e il nero: contro l’incuria dilagante, contro la voragine politica. Noi abbiamo provato a resistere cosě: con i nostri amici siamo riusciti a far fare un libro che si chiama Ťpoesia e rivoluzioneť (la poetica del Che) che per sollevare un po’ di sensibilizzazione negli studenti dell’Uni-versitŕ di Trieste – grazie a docenti come Prenz, Palmisano. Ferracuti et alter – e indirizzarla all’Hogar (focolaio) Guadalupe (il nome é quello della Vergine) ad Asunción in Paraguay e raccogliere per loro un po’ di euro. Alcuni lo dicono volontariato. Altri dicono che bisogna pensare ai cavoli nostrani e storcono la bocca. Alla luce. di quel che é accaduto dalle parti di Roma immaginiamo che ci vuole una giustizia enorme per dare ragione della morte di quei 4 bambini uccisi dal fuoco della loro baracca. Uccisi dalla noncuranza di genitori che li hanno lasciati soli, dalla inettitudine a un lavoro che non c’č, dall’incuria di una politica senza fondo, da un’immagine astratta e irreale della donna e dei corpi umani – anche di quelli che attraversano il canale di Sicilia, dalla demagogia che non manca mai, dalla retorica ipocrita. dalla mancanza di casette. Solo un Dio che sappia piallare le assi per le pareti della casa e poi le vernici. ci metta gli impianti, l’arredi e dica ecco, č per voi… solo un Dio molto amorevole e dunque paziente e perseverante saprŕ dare una casa (eterna) a questi piccoli che come quelli di Asunción e di tanti altri luoghi pagano prezzi scaricati su di loro dai grandi di tutte le taglie. Una casa in cui anche questi grandi di tutte le taglie fra non molto potranno essere accolti. Noi ci accontentiamo di piallare almeno un’asse in tutta la nostra piccola vita o di dare una pennellata sghemba. Siamo certi che ci siano molte piů persone capaci di imitare minimamente, umilmente questo grande Dio e trovare cosě su una strada sensata per un po di diritti e un po’ di giustizia.
Augusto Debernardi e Marina Moretti

Il Piccolo, 11 febbraio 2011
PREMIER ED ESCORT
ŤAlla politica serve un nuovo rinascimentoť
di Augusto Debernardi sociologo clinico
Il mio caro amico Dario mi ha mandato via e-mail una sintesi della nostra storia. Gli sono bastati tre disegni o bozzetti. Il primo rappresenta Giulio Cesare con il gladio sguainato: il secondo Mussolini con il braccio alzato; il terzo č dato da un piccoletto in mutande che ha alzato qualcosa altro. Al bar del circolo si sorride anche cosi. Il fatto perň ha una sua complessitŕ ben piů aggrovigliata, che per una serie di ragioni mi fa stare alieno dalle coorti di tutti coloro che gonfiano il torace di indignazione. Anzi, mi domando come si potrebbe chiamare quella rivoluzione, pardon, spallata che alcuni politici sembrano voler indicare al loro popolo nascondendo la mano ed evocando il Nord Africa mediterraneo. Mi sa che verrŕ chiamata “rivoluzione del fallo”. Cosi preferisco ricordarmi dello Spirito Santo. Sarŕ per questo che mi viene in mente un’immagine: i vasi delle Danaidi. Le Danaidi avevano ucciso i loro mariti ed erano state condannate a riempire vasi che non avevano fondo. Dove va quell’acqua? E la metafora lacaniana dell’impossibilitŕ di misurare il godimento né di contenerlo. Come ci diceva Preti(‘ č solo il fallo ad essere felice, non il suo portatore che sempre č costretto all’ignoranza nei confronti della sessualitŕ femminile. La soddisfazione pulsionale č sempre imperfetta. Resta la domanda: come faremo mai a riempire le botti di una politica senza fondo? Avremo bisogno di un nuovo rinascimento che sappia ridestare i capitalisti nel loro inopinato sciopero, i politici succubi del potere qualunque. il popolo e meno Tartuffe con le neo cabale dei devoti.

Il welfare, la crisi, i diritti: rispondiamo col budget di cura autogestito
di Augusto Debernardi (sociologo clinico)
Quando i venti della globalizzazione hanno incominciato a spirare sempre piů forte hanno trovato il campo libero dai mille concetti che parevano radicati e pronti alla nostra difesa. Come il rapporto fra lavoro e capitale, fra lavoro e impresa, fra cittadinanza e tutela certa da parte dello stato. Il concetto di societŕ si č liquefatto e al massimo si sente dire della rete. Il vero č che il saggio di remunerazione del capitale industriale – che č stato sempre piů spostato verso lalto come se anche nel settore manifatturiero fosse possibile la totale analogia con i rendimenti finanziari tout court – non consente piů di avere motivazioni accettabili da parte degli imprenditori o capitalisti. Addirittura questi preferiscono accendere mutui per investire in derivati di dubbia natura. Stati in cui il denaro č abbondante preferiscono investire nel debito di stati in difficoltŕ (come la Grecia et alter da parte della Germania ad esempio) dando poi il lŕ a nuove bolle. [continua la lettura]

gennaio 2011

Drive in policy
Che bello sarebbe avere un premier, un sindaco, un governatore, consiglieri e parlamentari vari che la sera a cena, magari sentendo ladagio di Albinoni oppure Stabat Mater di Pergolesi o di Vivaldi o di Rossini oppure Equinozi/Enakonoja conversassero con amici e conoscenti su come portare investimenti al sud, come rendere ancor piů eccellenti le nostre universitŕ, come proteggere il nostro suolo, come liberarci dalle cosche criminali attivando sě mille orecchi di Dionisio, come attrarre investimenti stranieri, come ridurre i tassi di povertŕ, come spegnere i focolai di guerra, come fare unEuropa coesa e sensata, come renderci piů liberi e responsabili e meno attratti e bloccati dal disagio, come fare per ridistribuire ai legittimi proprietari ovvero i lavoratori quell8% del PIL che invece č andato ad incrementare i profitti, come fare per non essere schiavi della consolazione con il godimento compulsivo e come liberarci dalle ansie inquisitorie e voyeuristiche, come attivare davvero la sussidiarietŕ e liberarci da incrostazioni vetero stataliste inefficaci (AD)

dicembre

LASSOCIAZIONE INIZIATIVA EUROPEA attraverso il suo presidente, Augusto Debernardi, sollecita il Governo italiano e la Presidenza Europea ad intervenire con estrema sollecitudine per la liberazione delle 250 persone (eritree, somale, sudanese, eritree, etiopi ) costrette in catene (letteralmente) da un gruppo di predoni che nel deserto del Sinai pretendono dei riscatti.

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Il Piccolo, edizione sia Trieste che Gorizia, ha pubblicato una riflessione di Augusto Debernardi e Marina Moretti sulla fiera “Piů libri piů liberi”.
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novembre

Le ragioni di alcuni dati Istat a partire dalle condizioni della sanitŕ pubblica in regione FVG
18 novembre 2010, Augusto Debernardi (sociologo clinico)
Il 17 novembre alla CISL di Trieste si č tenuto un importante incontro sullimpatto della crisi sulla sanitŕ nella ns regione. Piů che della crisi in senso lato si č detto da parte dei relatori dal dott. Del Bello (Cisl medici) al dott. Zigrino (ex manager della sanitŕ triestina e di altre cittŕ) ad altri importanti primari cosa succederŕ a seguito di scelte strategiche reputate errate da parte della direzione regionale che ha soppiantato lagenzia regionale per la sanitŕ e persino lassessorato ed ha reso piů burocratiche tutte le procedure che segnano la vita di una qualsiasi azienda come il semplice fatto di assumere una nuova unitŕ di personale anche a fronte di molteplici pensionamenti e mettendo di fatto in piedi una organizzazione gerarchica, rigida, per niente federalista e dunque limitatrice di ogni autonomia aziendale. Anche di quelle aziende della sanitŕ che a Trieste hanno i bilanci del 2009 in pieno avanzo di utili. I loro utili sono cosě ripartiti: oltre 540mila lAzienda per i servizi sanitari; oltre 43mila lazienda ospedaliero-universitaria e oltre 265mila il Burlo i.r.c.s-. La crisi generale, intesa forse come babau o entitŕ da evocare per dare ragione dei tagli č rimasta come contesto di sfondo, come fantasma capace addirittura di far procedere nel miglioramento (nuove razionalizzazioni e ristrutturazioni). Nessuno, anche se la sanitŕ č per lo piů pubblica, si domanda mai se il tasso di redditivitŕ del capitale, se il ricorso al capitale costante (automazione e innovazione) agisce sulla occupazione e in che misura, se il tasso di accumulazione e di profitto siano ininfluenti.
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Onestŕ e umiltŕ: ecco i rimedi per la politica
10 novembre 2010, Augusto Debernardi (sociologo clinico)
Leggere che le gerarchie ecclesiastiche a livelli piů e meno elevati chiedano ai cattolici io direi agli onesti, rispolverando quel senso che Saba aveva abbinato alla poesia quando onesta, appunto – di non esimersi dal fare politica ci fa dire che la situazione č greve. Quando la politica rischia di fare schifo, č il momento in cui si rischia di mettersi a fare politica. Perché? Perché la riduzione della politica a chiacchiericcio, a pantano, ad aumento dei costi degli interessi dei titoli pubblici, a deformazione dell’umano in maschere del potere č di certo funzionale al potere stesso. Che trova un altro, ennesimo modo per tenere lontano dai suoi territori le presenze scomode di cittadini che abbiano voglia di impegnarsi per un motivo ideale e non per partecipare al torneo o alle torte, agli slam, agli spettacoli. Far apparire la politica una palude a cui non val la pena partecipare č interesse di chi governa la politica e di chi vorrebbe far a meno della politica. Perň, forse bisogna cominciare col dire, anche quando si invita alla discesa in campo, che i costi della politica e della amministrazione sono eccessivi rispetto alle rese. Allora lappannaggio degli eletti non dovrebbe mai essere superiore a quanto gli stessi avevano nella loro vita privata con un tetto massimo di 4/5mila euro mensili. Condizioni di lavoro eccellenti sě, certo, come si richiede a tutti gli altri datori di lavoro. Stipendi che corrono se il prodotto č verificato; anche se si vota no questo no deve avere motivazioni chiare e definite. Sennň i bonus si trasformeranno in malus. Esattamente come per gli altri pubblici dipendenti e non. E poi domandarsi se davvero ci sentiremmo orfani o in lutto se diventassimo privi di certe forme istituzionali elettive e non. Ne dubito. Nel momento in cui la politica sembra ridotta a palude č il momento in cui occuparsi di piů di politica. Per risollevarla e correggerla. Perché la politica debole č sempre la strada attraverso la quale si affermano le dittature, visibili e invisibili, di certo il mediatore dellaumento dell eterodirezione nei nostri confronti. La maggior colpa delle “debolezze” private del premier (a parte l’aspetto triste e patetico delle vicende se confermate) č che contribuiscono in modo determinante a tale indebolimento della politica. E questo č una colpa grave. Come č colpa grave non capire che prima o poi i nostri ragazzi si preoccuperanno della nostra ignoranza mentre tutti noi ci occupiamo di non spendere per la loro educazione, ma solo per il loro abbigliamento scolastico. Grandi nel loro striscione. Patetico ridurre le loro gesta a disquisizioni di illegalitŕ.

agosto

Ammuina
6 agosto 2010, Augusto Debernardi (sociologo clinico)
Apparire č la base della nostra societŕ, forse della vostra. Ammuina: il massimo rumore possibile. Non č proprio vero che il tanto provenga da un regolamento militare della marina napoletana ma ha un fondamento veritiero basato sullesperienza di un ufficiale di quella marina che giŕ allora univa creativitŕ ed ironia. Apparire oggi č facile, ammuinando con immobili e societŕ monegasche e nostrane, con immobiliari e faccendieri o brokers per dirla in maniera globalizzante. Magari anche con qualche pizzico di criminalitŕ piů o meno organizzata. Sarebbe bello leggere che queste relazioni fra eletti e persone poco di buono portassero a ri-abilitazioni concrete. Chissŕ. Perň vorrei ricordare che ci sono cose che fanno meno rumore: una disoccupazione leggermente contenuta rispetto alle idiosincratiche stime di parte grazie ad ammortizzatori; un calo del 2,7% della produttivitŕ del nostro lavoro anche se la agricoltura tiene; la correlazione troppo spesso molto negativa fra produttivitŕ e salari; oltre 400 contratti nazionali (dicensi semplificazione forse?); il 35% del titoli di stato da piazzare entro settembre-dicembre p.v. sui 480miliardi di euro necessari; la stretta pesante sulla spesa pubblica per non finire come uno stato europeo un po piů ad est del nostro; mancanza di sostegni alle trasformazioni necessarie; inneggiamento astratto allaziendalismo in ogni dove; livellamenti al basso intesi come equitŕ; appiattimento della cultura a soli spettacoli e fierette togliendole ogni possibilitŕ di orgoglio e di elaborazione simbolica. Con qualche elezione procurata avremo ancor piů ombre silenziose che certamente non faranno ammuina.

Non solo cosa leggere, ma come

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di MB

Cari amici ClanDestini,
per una volta vorrei che si parlasse non del cosa leggere ma del come leggere; perché mi sembra che ultimamente si legga allo stesso modo in cui si guarda la televisione. Seduti, comodamente o meno, si sceglie qualcosa di ben confezionato che ci distragga la mente: magari un libro che ha giŕ pronta una riduzione video. Si cerca unevasione o, peggio, un allontanamento dal reale: una bella storia che non centri affatto con la nostra vita, che non ci inquieti. E per, caritŕ, poca poesia, che pare riservata a masochisti intellettuali o alla meglio inguaribili romantici!
Eppure anche leggere č un lavoro, se non altro č un andare incontro e presuppone un movimento del cuore e del cervello. Lo scrittore, se č vero, ci offre il suo di lavoro e ci dŕ lopportunitŕ di entrare a farne parte: chi scrive stipula un patto con chi legge, perché senza un lettore nessuna opera ha un senso. Da parte di chi legge invece esiste lavventura della scoperta, luso del proprio giudizio e la voglia, o meglio la gioia, di fare un passo oltre, di crescere, di apprendere.
Non considero un libro buono se, una volta finito, io non mi senta almeno un po migliore di quando lo ho cominciato: questo č il criterio della letteratura, che č lo stesso delleducazione.
Uno scrittore deve essere responsabile, cioč capace di risposta, di ciň che scrive appunto; ma un lettore deve voler interrogare quello che ha di fronte, non se lo puň subire, come non puň semplicemente restare indifferente.
Perché allora č quello che succede? Perché Herta Muller o Cormac McCarthy non hanno contrappunti italiani? Manchiamo di grandi scrittori o i migliori non vengono pubblicati perché non verrebbero letti, comprati?
Davvero siamo cosě disabituati a leggere bene, leggere il bello, oppure il motivo č altro, č che leggere in questo modo sviluppa un giudizio che a lungo andare puň diventare pericoloso
mb

cultural pride – orgoglio della cultura

Sotto il termine cultura ci č entrato di tutto, perfino la necessitŕ del possesso della patente b per dirigere un festival di poesia. Sappiamo benissimo che alcuni significati attribuiti ed attribuibili alla parola cultura grazie ad alcune connotazioni sociologiche ed antropologiche hanno consentito un grande affastellamento di oggetti, fini, obiettivi diversi e non sempre a-conflittuali. Ma tutto passň e tutto passa. La grande contaminazione dello spettacolo, condensato massimo del capitalismo i cui effetti si dimostrano con una feroce instabilitŕ, č innegabile. Labbordaggio da parte della componente politica (amministrazione, gestione e imposizione dellordine sociale) č stato altrettanto evidente: acquisti ed imposizioni con minimissimi dispendi finanziari per tutto quanto attiene alla sussidiarietŕ della pratica culturale ovvero alla presenza e partecipazione ed autonomia della cultura (soggetti di base) e con dissipazioni per il registro ed il regime dello spettacolo e dellenfatizzazione del cosiddetto evento dimostrazione ennesima della falsitŕ retta a veritŕ.

Ma cč unarea che silenziosamente ha macinato semi per produrre farina di incontri (veri), di riflessioni (vere), di formazione permanente e collettiva (vera), di gioia (vera), di libertŕ di scelta (vera), di ascolto (vero), di libertŕ espressiva (vera) anche quando č stabilito che solo lindividuo ha diritto di obbediente cittadinanza – di produzione vera di cultura rizomatica, ancorata al territorio degli scambi concreti e delle critiche possibili. Libri, dischi, letture, booklet, concerti autoprodotti, mostre di quadri in cui la spettacolarizzazione č elemento remoto o secondario. Ricerca e messa in azione del dispositivo della parola. Il dispositivo piů terrificante per i giochi del potere e per i suoi giocatori entusiasticamente proni. I media infatti per lo piů se ne stanno distanti e negano la notizia: troppo poco mediatica, ovvero niente pubblicitŕ niente informazione. Ovvio: chi fa lattore sociale non č parificabile al consum-attore. Chi va in piazza e nella calle per raccontare poesia , la sua poesia, per leggere la poesia dei grandi che hanno fatto la storia culturale di un paese e di migliaia di persone o produce la sua musica non č un consum-attore. Lagente culturale rivendica il suo orgoglio, la sua produzione rizomatica, la sua produzione di cultura vera. E ORGOGLIOSO.

Sa che la cultura non ha come fine primario quello di riempire alberghi, di vendere prodotti anche immateriali: ma a questa logica hanno voluto piegare ogni formato organizzativo moderno, anche dei cosiddetti distretti facendo finta che la cultura sia come la sedia, la barca da diporto (lo sapete che le barche da diporto hanno zero come innovazione tecnologica e solo restyling, tanto per lo piů passano la loro vita ferme, dondolanti in qualche porticciolo o messe sui cavalletti di qualche capannone), il mobile. Il vino stranamente no. (gulp) Evidentemente la storia dellorganizzazione della produzione economica (piů o meno tendente al cartello ed al monopolio per togliere esistenza e potere ad altri soggetti veri) č estranea a questi ragionamenti che hanno invece avuto il plauso di consum-attori della politica e della cultura della merce. Tutto č merce.

In tempo di briciole cadenti dai tavoli imbanditi troppi silenzi hanno ferito i nostri timpani e siamo arrivati allemarginazione del senso della cultura. Invece noi ne siamo orgogliosi. E ve lo diciamo. Siamo in giro con gazebo per dirlo e per ricordarlo. Siamo quelli che non chiedono assolutamente 150migliaia di euro per tre giorni di spettacolo, no. Ma siamo quelli che sanno cosa č la sussidiarietŕ e lentificazione della societŕ per evitare che diventi comunitŕ. Rivendichiamo il nostro diritto ad esserci. Non č poco. E non si č senza cultura.

luglio 2010

Abbiamo ricevuto queste osservazione da un amico di Milano – Paolo Barbieri – resposnabile ANSA per la politica e che era con noi a Fiume all’incontro di poesia del 2 luglio.
Scrive queste osservazioni sul libro di Paolo Universo ricevuto da Iniziativa Europea.
che gli ho dato.
PAOLO UNIVERSO, un poeta che non dimentichiamo e che non si fa dimenticare da chi ha la fortuna e l’onore di leggerlo, come Paolo Barbieri, Giornalista ANSA di Milano ed esperto della sezione politica. Ecco ciň che ci dice:
Ciao Augusto,
Ho terminato di leggere Dalla parte del fuoco di Paolo Universo. Grazie per avermi dato la possibilitŕ di conoscere questo poeta. Il poema č veramente molto bello per tanti motivi. Ci sono nella descrizione di Milano degli anni 60 assonanze con La ragazza Carla di Elio Pagliarani ma anche con lultimo poema di Giancarlo Majorino Viaggio nella presenza del tempo. Sarebbe interessante approfondire queste tematiche. Chissŕ che un giorno a Trieste o a Milano si possa discutere in modo approfondito del poema di Paolo Universo legandolo proprio a queste altre opere. Una cosa che mi č piaciuta č anche la grafica utilizzata in alcune pagine per rendere piů efficaci alcuni versi. Mi ha ricordato la poesia Bomba di Gregory Corso che Lawrence Ferlinghetti redasse a forma di bomba atomica e di fungo nucleare. Tanti saluti e buona estate anche a Marina. Paolo.

giugno 2010

PER I VOLONTARI CHE VOGLIONO SAPERE FATTI E VERITA’ E TRASTULLARSI UN PO’ MENO CON LE VARIE CORRENTI CHE SI AUTOCELEBRANO NELLA LORO RAPPRESENTANZA MIMANDO LA MESSINSCENA DELLA POLITICA CON STILI PIU’ O MENO IMPRENDITORIALISTICI.

Nelle giungle della Birmania Orientale, dal 1949 il popolo Karen sopravvive al tentativo di assimilazione violenta condotto contro di esso dal governo birmano, una brutale dittatura militare che non riconosce il diritto all’autodeterminazione delle numerose etnie che vivono nel paese.
Negli ultimi 60 anni, migliaia di villaggi sono stati dati alle fiamme, la popolazione civile č stata colpita con esecuzioni sommarie, attacchi armati e deportazioni, stupri sistematici, riduzione in schiavitů e con la devastante presenza di mine antiuomo nei campi e attorno alle abitazioni.
120.000 Karen sono ospitati in sovraffollati campi profughi in territorio tailandese, mentre quasi mezzo milione di persone vivono in condizione di “rifugiati interni” : sono uomini, donne e bambini nascosti in villaggi di fortuna nella giungla, in costante stato di allarme, costretti a fuggire all’avvicinarsi delle truppe birmane per non subirne le violenze.
Il compito di proteggere questi rifugiati inermi spetta all’Esercito di Liberazione Nazionale (KNLA), una forza armata costituita da qualche migliaio di volontari che si battono con lo scopo di ottenere l’autonomia per la regione Karen, sono in prima linea anche nella lotta produzione ed al traffico di droga. Di una intransigenza esemplare nei confronti di quella che considerano una sciagura per le societŕ che ne vengono investite, i Karen attaccano e distruggono i laboratori di produzione di eroina e di anfetamine (quasi ovvio si potrebbe semplicisticamente dire).
L’assistenza sanitaria ai profughi interni viene fornita da alcune piccole organizzazioni internazionali, che agiscono nella regione Karen.
Collaborando con il Dipartimento per la Sanitŕ e il Welfare dell’Unione Nazionale Karen, queste organizzazioni costruiscono cliniche di bambů e le riforniscono di farmaci, cercano di formare personale paramedico locale attraverso dei corsi, costruiscono dei piccoli villaggi agricoli allo scopo di dare un riparo ai profughi. Ogni anno, medici e infermieri stranieri si introducono nella regione per prestare cure a decine di migliaia di persone..

A SUO TEMPO INIZIATIVA EUROPEA INVITAVA A SPENDERE MENO PER FIERE E FIERETTE, RICORDANDO I BISOGNI DI HAITI ETC… : MAI COSA PIU’ SENSATA ED OVVIAMENTE TANTO INASCOLTATA ED IRRISA. INSISTIAMO… PER NON DIMENTICARE.

maggio 2010

Chiesa e pedofilia.. ah si? – di Augusto Debernardi
Ho avuto notizia che in un liceo cittadino si annuncia una assemblea su chiesa e pedofilia. Pare che si sia levata una sola voce a dire qualche cosa di sensato invocanti attenzione – una prof. di lettere -. Direi che vanno ricordate le parole seguenti consigliate a tutti gli studenti e familiari vari, docenti di religione: “Ci sono casi di abusi sessuali che vengono alla luce ogni giorno contro un gran numero di membri del clero cattolico. Purtroppo non si puň piů parlare di casi individuali, ma di una crisi morale collettiva che forse la storia culturale dell’umanitŕ non ha mai conosciuto in una dimensione cosě spaventosa e sconcertante. Numerosi sacerdoti e religiosi sono rei confessi. Non c’č dubbio che le migliaia di casi venuti a conoscenza della giustizia rappresentino solo una piccola frazione dell’ammontare autentico, dal momento che molti molestatori sono stati coperti e nascosti dalla gerarchia” (Joseph Goebbels, Ministro della propaganda del Terzo Reich, Discorso del 28 maggio 1937). Pare allora chiara una cosa: non basta affatto pensare che salvati i fanciulli e le fanciulle dalla chiesa tutto il resto č O.K. Meglio ricordare per bene le parole del poeta la violenza cč e cč stata perché č mancata la tenerezza. E sotto un altro aspetto va ancor piů ricordato ed insegnato che occorre riformare il rapporto esistente fra gli adulti che guidano i giovani e gli allievi ed impedire che si abusi, per qualsiasi motivo, della propria autoritŕ. E ciň vale anche in tutti gli altri campi.
4 maggio 2010

febbraio 2010

Attenzione alla seduzione mediatica
Nei primi giorni del mese si č evidenziato a livello della stampa regionale il problema della partecipazione alle varie fiere piů o meno locali.
Leggi la riflessione di Augusto Debernardi in merito, corredata della rassegna stampa.

Cosa direbbe Franco Basaglia, oggi, della psichiatria ed ovviamente dei suoi addetti? Un’ipotetica risposta come contributo alla domanda che, sempre ipoteticamente, fa il prof. Rovatti a Franco Basaglia. Di Augusto Debernardi.
Leggi.

Questo articolo apparso sul Messaggero Veneto ci č stato mandato dallamico Andino, uno dei pochissimi consiglieri del CSV che si č opposto come ha potuto a certe spese e per il tanto fu pure eliminato dalla carica di Vice Presidente del CSV del FVG. Forse ciň che č apparso sul quotidiano friulano segue, probabilmente, lintervento fatto da Augusto Debernardi al Centro Balducci di Zugliano (UD) in occasione del 1° FESTIVAL PACE/POESIA. E un pezzo che aggiunge riflessioni inattese e chiama in causa molte attenzioni che sembrano essere state distratte. E forse il volontariato non puň essere disattento troppo a lungo.
Leggi l’articolo.

gennaio 2010

L’associazione Iniziativa Europea presenta il testo della conferenza del poeta argentino Hugo Beccacece insignito a Trieste del premio “Scritture di Frontiera”, premio Umberto Saba, a cura dell’Associazione Altamarea con la direzione Rina Rusconi e la collaborazione del PEN Club Trieste.

In edicola

Sul n. 143 del gennaio 2010 della Rivista ArteCulturaTrieste, Hammerle Editori in Trieste www.artecultura.it – segnaliamo due articoli di due esponenti di Iniziativa Europea. Il primo a pag. 14 esce dalla penna di Lucio Gregoretti ed ha per titolo Luci e ombre a Kiev. E un bellaffresco della cittŕ ucraina che prende in considerazione la storia e i contrasti della societŕ del danaro facile e i valori ancestrali. Il secondo a pag. 26, pur con qualche refuso, č di Augusto Debernardi e si interroga in prossimitŕ del convegno internazionale Cosa č la Salute Mentale? che si terrŕ a Trieste dal 9 al 13 febbraio 2010 sullomologazione delle idee e sul conglobamento delle prassi. Un testo che proponiamo nella edizione integrale e col titolo originale. Un testo che significa anche un omaggio ad un giovane ricercatore, il dott. Alessio Nesi.
Leggi l’articolo di Augusto Debernardi

dicembre 2009

CONFCONSUMATORI TRIESTE – ASSOCIAZIONE INIZIATIVA EUROPEA (comunicato stampa)
Allinizio dellestate abbiamo tenuto presso la sede del CSV (CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO) di Trieste un importante convegno sul tema del Budget di cura personalizzato e autogestito. Abbiamo posto davvero sul tavolo le soluzioni per uneffettiva centralitŕ del cittadino, responsabilizzandolo a livello della programmazione e del rendiconto. Ma con ampia libertŕ di spendere i soldi dati direttamente a lui. E il 12 dicembre ne abbiamo anche parlato a Catania in occasione di un convegno sulle famiglie sempre organizzato dal CSV Etneo. La Confconsumatori di Trieste, unitamente alla mission sociale di Iniziativa Europea, ha sempre insistito sulla illegittimitŕ amministrativa che costringe i parenti a pagare le rette per i propri cari non autosufficienti.
Segnaliamo che la Regione Veneto il 26 novembre scorso ha definitivamente approvato il FONDO PER LE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI. Esso potrŕ erogare indennitŕ medie mensili (o l’equivalente in prestazioni) pari a 1.350,00 euro per i non autosufficienti assistiti a domicilio e di 2.700,00 euro per quelli accolti in strutture protette. Le persone assistite potranno beneficiare del fondo scegliendo liberamente se ricevere prestazioni sociosanitarie e socioassistenziali oppure buoni o assegni di cura, da spendere per pagare servizi domiciliari, centri diurni o strutture residenziali. E possiamo anche ricordare che a questo fondo potrŕ accedere il 2% della popolazione del Veneto, ovvero i possibili non-autosufficienti pari a ca 90mila persone.
>>Come abbiamo sempre detto e indicato: si puň davvero fare per aiutare le famiglie e i diretti interessati senza trasformarli in minus a priori.
Buon Natale a tutti

Avv. Augusto Truzzi, presidente Confconsumatori
Dott. Augusto Debernardi, presidente Iniziativa Europea

Principi darchitettura per unEuroregione al servizio dei popoli (nota inviata alla stampa)
Lassociazione Iniziativa Europea si č data in questi anni parecchio da fare per stimolare dal basso lEuroregione. Ha promosso, attraverso larte e la poesia, i dialoghi dei poeti delleuroregione e instancabilmente ha tessuto rapporti anche con Alpe Adria fino a presenziare agli incontri di Linz.
Ed eccoci: Galan, Dorfler e Tondo, cioč Veneto-Karinzia-Friuli Venezia Giulia finalmente allintesa con sullo sfondo la Slovenia, che non ha ancora le regioni, e la Croazia che č nellanticamera europea. Siamo vicini e Trieste diventa sede di riferimento (para-capitale). Ma si č fatto anche tesoro delle sonore sberle che lEuropa unita ha ricevuto dalla bocciatura della costituzione e del ripiegamento sul trattato. Abbiamo visto cioč linsofferenza delle nazioni non solo dei popoli comunemente intesi quando cedono pezzi di sovranitŕ senza ritorni coerenti ed abbiamo assistito ad una dilatazione dei poteri di neo burocrazie. Quando ciň accade č molto meglio ripiegare su unalleanza funzionale, architettura che si adatterebbe assai bene anche alla neo euroregione. Ciň significa: integrazione per alcune materie (anche attivando nuove istituzioni capaci di elidere le vecchie) come sicurezza, educazione, formazione,assistenza sanitaria di area vasta (finalmente tale), la cultura di distretto euroregionale (guai se provinciale), standard industriali e ambientali. Per altri settori dove le sovranitŕ convergono ma non sono cedute conviene lasciare molta flessibilitŕ. Perň il presidente del gruppo territoriale di cooperazione dovrŕ avere potere di scrivere lagenda ed il consiglio diventare lorgano decisionale del fare. Se riusciamo a non essere distratti alcune chance sono dietro langolo.

Progetti

lavoro/impresa
il nuovo progetto di iniziativa europea

In collaborazione con Cultura Globale, parte il nuovo progetto di InEuropa: Lavoro / Impresa.
Inviate le vostre poesie, racconti, riflessioni, suggerimenti, aforismi, saggi, disegni, pitture,foto, immagini, video, suoni, musiche con la liberatoria ed indicando bene nome e cognome dellautore e suo indirizzo esatto e recapito telefonico allassociazione iniziativa europea e/o a cultura globale a questi indirizzi: augudebe@gmail.com e info@culturaglobale.it.

Leggi di cosa si tratta
Leggi il messaggio che il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ci scrive commentando positivamente il progetto.
Scarica la locandina con le modalitŕ di partecipazione.

Il giorno 27 ottobre alle ore 16.00 Augusto Debernardi ha parlato del progetto LAVORO IMPRESA ANDATA/RITORNO alla trasmissione della RAI SCONFINAMENTI ideata e condotta da ELIO VELAN. Per una nuova narrazione collettiva!

in sacro anima vagans: gli incontri di maggio e giugno

Come da programma, maggio č stato un mese ricco di incontri nell’ambito del progetto “In sacro anima vagans”.
Di seguito, le foto.

Trieste, sabato 8 maggio
Inaugurazione della mostra internazionale di pittura.

Alcune foto dell’inaugurazione (cliccare sulla miniatura per la versione ingrandita)

     Il prof. Santese insieme al pittore Sergej Glinkov

     Martina Braun con Zdravko Milic e parte del pubblico

    

Trieste, sabato15 maggio
Incontro con il poeta Roberto Mussapi, introdotto dal poeta e critico Loretto Rafanelli: tema poesia e sacro, a Trieste
.

    Da sinistra: Roberto Mussapi con Marina Moretti, durante l’incontro a Trieste.
Nelle altre due foto, Mussapi con la moglie Teresa e Martina Moretti.
(cliccare sulla miniatura per la versione ingrandita)

Gorizia, lunedě 17 maggio
“Poesia e mito”, incontro con il poeta e studioso di filosofia Silvio Cumpeta

    Da sinistra: il prof. Silvio Cumpeta con il direttore della biblioteca isontina Marco Menato; Alberto
Princis e Marina Moretti.
(cliccare sulla miniatura per la versione ingrandita)

Gorizia, lunedě 24 maggio
Reading di poesia con i poeti dell’Euroregione.

I poeti, da sinistra:
Alberto Princis; Marina Moretti; Enzo Santese; Sandro Rocco; Claudio Grisancich.
(cliccare sulla miniatura per la versione ingrandita)

In Sacro Anima Vagans a Monfalcone

Dopo l’esposizione di Trieste, la mostra internazionale di pittura “In sacro anima vagans” approda a Monfaclone al Palazzetto Veneto di via Sant’Ambrogio 12, Monfalcone (GO).

L’inaugurazione si č celebrata giovedě 3 giugno al Palazzetto Veneto di Monfalcone, di cui qui sotto pubblichiamo un paio di foto (cliccare sulla miniatura per la versione ingrandita).

A vedere la mostra “In sacro anima vagans” al palazzetto veneto di Monfalcone sono venuti diversi pittori e cultori dell’arte e professori, anche dei galleristi. Il pittore Pietro Girotto si č intrattenuto con noi e ci ha fatto dono di un suo catalogo fotografico che esponiamo sinteticamente e molto volentieri sul sito della nostra Associazione augurandoci di poter fare qualche cosa insieme nel prossimo futuro, magari verso ottobre-novembre. Chissŕ!

Clicca qui per vedere parte del catalogo del pittore Pietro Girotto (.pdf)

Euroregion Poetry:
itinerari poetici dellEuroregione nel paesaggio del fare e del sacro

ATTIVITÁ 2010

Compimento del progetto:
EUROREGION POETRY: ITINERARI POETICI DELLEUROREGIONE NEL PAESAGGIO DEL FARE E DEL SACRO
Approvato dallAssessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia.
In collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina e di Trieste
Con il supporto di ASSO serviz sviluppoorganizzaizone di Gorizia

Un perché

Non poteva che essere cosě, unattrazione significativa verso il sacro per chi, come la nostra Associazione Iniziativa Europea fatta da pochi associati ma da molti volontari, non volge lo sguardo alle istituzioni -a Bruxelles- ma alle popolazioni, alle persone di territori complessi e confinari. Unassociazione a cui piacciono le reti face-to-face e stima da anni la valenza sociale della poesia e dellarte come vere ambasciatrici di conoscenza, solidarietŕ e pace fra le persone e le comunitŕ; che crede che globalizzarsi non vuol dire andare a Phuket come europeizzarsi non vuol dire applaudire a regole che non intendiamo, bensě evitare ogni repressione di creativitŕ che si dipana nel tessuto rizomatico dei cum-fines, per dar spazio e voce attraverso i talenti alle gentidi riferimento. Coerenti a questo senso associativonon poteva che colpirci la fascinazione del sacro perché in esso č sancita unalteritŕ, una diversitŕ, eccezionalitŕ rispetto allordinario ed al comune profano. Entriamo cioč nellarcipelago della non-ragione. Larcipelago cioč dove č ancora permesso ragionare oltre la ragione, vedere oltre i sensi, e sentire oltre il sentimento comune.. Per Mircea Eliade tutto il mondo fisico puň essere assunto nella cultura umana, soprattutto arcaica, al rango di sacro. La pietra o l’albero possono essere investiti della potenza del sacro senza perdere le loro caratteristiche fisiche, “profane”. Essendo “potenza” per le culture arcaiche il “sacro” assurge a massima realtŕ e risulta saturo d’essere. E un modo per applaudire meno a cose autentiche per il potere istituito di turno e per porre un argine al dilagare nel nichilismo fai da – te e fatto- da – loro . Max Weber, non solo Nietzsche appunto ci confermano la deriva . La razionalizzazione che tutto travolge nel suo avanzare ha un risvolto pratico strepitoso: essa porta infatti a un vero e proprio disincantamento del mondo, tale per cui il mondo si va sempre piů svuotando degli dči e delle tante forze misteriose che lo popolavano in passato, dellaura magica che lo avvolgeva, trasformandosi in semplice oggetto e teatro dellagire umano. Tutto č ricondotto sotto legida della ragione, con la conseguenza che il mondo diventa sempre piů mondo delluomo e del suo agire. Piů precisamente, la crescente razionalizzazione fa sorgere il disincanto nella misura in cui ci permette di dominare tutte le cose mediante un calcolo razionale, senza piů essere succubi di quelle forze misteriose e trascendenti che ormai non hanno piů cittadinanza in questo mondo. Ben si capisce, allora, perché per Weber, al giorno doggi, lateismo sia lunico modo di pensare realmente onesto e disincantato Č esattamente grazie allimpiego della tecnica e della scienza (le quali producono una sempre maggiore intellettualizzazione del mondo) che il disincanto trova il suo piů fertile terreno di sviluppo, concretizzandosi in quellagire razionale rispetto allo scopo sul quale Weber si sofferma diffusamente. Che il mondo si razionalizzi non significa, tuttavia, che in esso ciascun uomo sappia ogni cosa: su questo punto, Weber č chiarissimo. Sicuramente, sa molto di piů lindiano sulle frecce che usa per cacciare di quanto noi non sappiamo del tram su cui viaggiamo per andare al lavoro: la differenza fondamentale sta nel fatto che noi, a differenza dellindiano, se volessimo, potremmo sapere tutto del tram, poiché nel nostro mondo tutte le cose possono in linea di principio essere dominate dalla ragione. E non vi č dubbio che il capitalismo sociale diffuso, le regolazioni a-etiche (ovvio) delle crisi giocano i loro stimoli acchč gli attuarialisti con i matematici vari indovinino modelli sempre piů sofisticati per aumentare i profitti.
Peccato, anche questo ovvio, che non sempre si sappia (politici et amministratori et imprenditori in prims, consulenti vari in secundis perché il loro potere č solo e sempre basato sulla razionalitŕ e sul razionalismo e sullanonimato) vedere come il sacro potrebbe e possa aumentare determinate coesioni e appartenenze e dunque risultati. Anche nellEuropa, nellEuroregione.

Dr. Augusto Debernardi
Presidente Associazione Iniziativa Europea

No Pleonexia - acrilico su tela, 100x120 - Carlo Fontanella Poesia Sacro: un progetto in attuazione

Iniziativa Europea sta portando a compimento il progetto <Euroregion Poetry: sulle vie del sacro>. Insomma, diciamolo pure, ci voleva un bel coraggio ad intraprendere questo cammino culturale. Un suo primo perché lo abbiamo sinteticamente esposto nella presentazione del programma operativo che ci vedrŕ impegnati fino a giugno.
Cosě, per restare in tema, cerchiamo di proporre qualche riflessione in attesa delle nostre manifestazioni o come alcuni direbbero eventi.
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PROGRAMMA
(scarica il depliant)

1) Incontro con il poeta Roberto Mussapi, introdotto dal poeta e critico Loretto Rafanelli: tema poesia e sacro, a Trieste (sabato15 maggio ore 10,30) presso la Sala della Biblioteca Statale di Trieste, L.go Papa Giovanni XXIII°
Roberto Mussapi č nato a Cuneo da padre dalmato. Si č laureato in lettere nel 1977 a Torino. Due anni dopo si trasferisce a Bologna, dove lavora come redattore presso la casa editrice Cappelli; dal 1982 vive a Milano dove lavora nel campo editoriale, soprattutto come traduttore e curatore di opere letterarie. Collabora con la casa editrice Jaca Book e con l’archivio storico della casa editrice Salani e scrive per le pagine culturali de Il Giornale e dell’Avvenire e insegna drammaturgia presso lUniversitŕ Cattolica a Piacenza e collabora con Radio 3.. Ha pubblicato anche opere teatrali, libri per ragazzi, saggi di critica letteraria, un romanzo e un radiodramma.

2) Incontro con il poeta e studioso di filosofia Silvio Cumpeta, a Gorizia (lunedě 17 maggio ore 17,30)

3) Alberto Princis, Giovanni Fierro, Claudio Grisancich, Enzo Santese, Marina Moretti, Sandro Rocco a Gorizia, Sala Casa Ascoli (24 maggio ore 18)

4) Reading con i poeti Tiziano Broggiato,Gianfranco Lauretano, Francesca Merloni, Enzo Santese, Marina Moretti, a Trieste, sala della Biblioteca Statale L.go Papa Giovanni XXIII°, con intermezzo musicale di Silvio Donati (26 maggio ore 18)

E nel mese di maggio, dall8 al 30, con vernissage il giorno 8 maggio 2009 nella sede della Biblioteca Statale di Trieste, con esposizione delle opere dei pittori Zdravko Mili (Hr), Glinkov Sergej, Tutta Etko (Slo), Martina Braun (Austria).

Ingresso Libero

Clicca qui per l’anteprima della copertina del libro in sacro anima vagans – arte e poesia

OLTRE I CONFINI DELLE LINGUE E DELLE CULTURE

Il progetto proposto e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ha trovato la sua attualizzazione e realizzazione attraverso due vettori importanti e interdipendenti ed attraverso le azioni previste dalla nostra progettualitŕ

Per quanto riferito ai vettori abbiamo la competenza di indicarne appunto due e precisamente da un lato il vettore teorico del linguaggio e dallaltro il vettore pratico-relazionale.

Il vettore del linguaggio ha fatto emergere una analogia o somiglianza con quel corpus teorico che assimila come la lingua delle donne assuma le caratteristiche della lingua della minoranza e componga una letteratura cosiddetta minore anche riferita ad oggetti diversi della narrazione e della poetica. E in fondo il discorso ovvero il dispositivo della letteratura minore č ciň che sostanzia non solo la nostra azione pratica di formazione allinterno del quadro del volontariato di genere come obiettivo e strumento della socializzazione ma lo strumento di comunicazione piů potente capace di lasciare alle spalle ogni strumentalitŕ contingente e trovare compimenti in riflessioni plurime nei vari procedimenti possibili.
Linguaggio e quindi letteratura minore come conseguenza pratica č ciň che una minoranza fa in una lingua maggiore.

Continua la lettura del report finale.

Il progetto che ha avuto il sostegno del Servizio del Volontariato della nostra regione, il FVG, ha prodotto numerosi incontri e luscita di ben tre volumi nella collana Nuovo Timavo e con legida del PEN Club-Trieste presso i tipi della Hammerle Editori di Trieste.

Leggi la presentazione.

informazione e democrazia

E’ uscita la pubblicazione che chiude il progetto: č curata da Edoardo Kanzian e sarŕ distribuita alle Istituzioni e alle scuole. Contiene una selezione di interventi giornalistici con il testo della Costituzione Italiana.

Clicca qui per vedere la prima e la quarta di copertina con la post-fazione di Augusto debernardi.

 

EUROREGIONE”
E DIRITTI DI CITTADINANZA NELLA NUOVA EUROPA

UN PROGETTO IN CERCA DI IDENTITÀ

E’ il nuovo progetto di Iniziativa Europea, di cui a breve seguiranno nuove indicazioni.

E’ in preparazione un seminario dell’Associazione con il sostegno dell’Assessorato del Servizio Relazioni Internazionali e Comunitarie della Regione Friuli Venezia Giulia.

Dopo i Dialoghi dei Poeti dell’Euroregione passiamo anche a ragionare e riflettere sulle questioni in maniera aperta e collettiva.

Mentre il processo di integrazione europea abbraccia ormai l’intero continente, è sempre più sentita l’esigenza di creare delle forme intermedie di aggregazione e di governo, che privilegino la “prossimità” ai cittadini e alle comunità locali. Esse dovrebbero costituire uno strumento di raccordo verticale tra diversi livelli di governo (Unione europea, Stati membri, enti e autonomie territoriali), e uno strumento di collaborazione orizzontale, che contribuisca a ricucire le divisioni determinate dai confini nazionali e a creare, e valorizzare, il senso di identità e di appartenenza, diluito nei fenomeni della globalizzazione.

L’annunciata creazione di una “Euroregione” è, da qualche anno, al centro del dibattito locale. Se realizzata, essa coinvolgerà territori contrassegnati da elementi di comunanza, da profonde specificità sotto il profilo sociale, culturale e linguistico, ma anche da dolorose divisioni. Quali sono gli obiettivi che tale progetto persegue? E quali i possibili spazi di intervento in un’Europa sempre più unita, ma in cui non mancano elementi di tensione, risorgenti forze centrifughe e spinte “di ritorno” al particolarismo e al nazionalismo?

Alla luce di questi interrogativi, si rende opportuna una riflessione che porti sui possibili contenuti del progetto e sulle sue ricadute per i cittadini, oltre che sugli strumenti giuridici più appropriati per conseguirlo: una riflessione aperta al contributo di politici ed esperti, ma anche e soprattutto alle domande (e alle risposte) della cittadinanza e a quanti vorranno parteciparvi attivamente.

Firmato
prof. Stefano Amadeo dott. Augusto Debernardi

Approfondimenti:

Scheda informativa: “Quali Euroregioni vanno a costituire il paesaggio della nostra repubblica?”
Riflessione: “Perchè l’Euroregione?”
Scheda informativa: Valori e mission dell’Euroregione
Interessante scheda sulla costituzione delle euroregioni di Walter Ferrara, dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia
Riflessione di
Augusto Debernardi e Marina Moretti su “Principi darchitettura per unEuroregione al servizio dei popoli” (nota inviata alla stampa)

IL SOLE NELLA CAVERNA DI PLATONE
Seminario per la Formazione Adriatica-Mediterranea

L’associazione Iniziativa europea ha fatto domanda alla Fondazione CaRiGo di Gorizia di contributo alla realizzazione di un nuovo progetto dedicato alla formazione mediterranea da sviluppare insieme all’Associazione Culturale Scientifica “Osservatorio dei Processi Comunicativi”, e con l’Università di Souk Ahras in Algeria, con cui è già stato siglato un accordo di programma.

Leggi la letterea di presentazione del progetto inviata alla Fondazione CaRiGo di Gorizia.
Leggi la scheda del progetto.

Finalità: promuovere una dimensione Euroregionale con una prima apertura al Mediterraneo
Al centro della “città” – detta anche “repubblica” – si colloca il mito della caverna che con le sue mura, le sue ombre, le sue luci unidirezionali, le spalle degli uomini sempre rivolte alla sorgente di luce, fa generare percezioni che pur essendo “reali” non sono vere in sé e per sé. Gli angoli di prospettiva, si sa, alterano le percezioni avute in precedenza così come la dimensione di scala può far dire che una costa è infinità. Il sensibile e il sovrasensibile si mescolano nella metafora delle ombre e delle statue mentre il muro segna lo spartiacque per quel mondo delle immagini, delle idee e del Bene.
In un’Europa che si sta costruendo e che vogliamo che sia interscambio dotato di senso ovvero di reciprocità, di rispetto, di ri-conoscimento e conoscenza ma anche di solidarietà pensare alla dimensione dell’Euroregione del nord-est con cui, come Associazione Iniziativa Europea ci siamo cimentati da oltre un tquinquennio, come il luogo e non luogo della quotidianità fino alla sua banalità ci sembra ormai cosa per l’appunto banale (se non altro nella sua apparenza di realtà) anche se sappiamo della lunghezza del cammino che ci è davanti e della sua tortuosità. Ciononostante per raggiungere il livello della coscienza del “Bene Comune” – cosa che contraddistingue il nostro essere associazione non-profit, onlus, del volontariato che ha nel suo “dna” il gene dell’economia del dono come primo passo della realizzazione della reciprocità – ipotizzare e progettare un contatto con l’altra sponda del Mediterraneo del sud ci sembra più che mai necessario.La formazione a distanza è uno degli obiettivi rilevanti facilitando, in una prima fase, un collegamento tra il nord Africa, la nostra regione e le sue interconnessioni Euroregionali che sono messe a disposizione nel dominio della cultura da “Iniziativa Europea”. Sostenendo quest’azione comune ci si prefigge di favorire la formazione degli studenti universitari dell’Algeria, promuovendo un dialogo scientifico e interculturale fondato sull’interazione con risorse innovative e significative del settore delle scienze umane europee, facendo inoltre interagire la cultura scientifica con la cultura letteraria e poetica delle rispettive aree territoriali.

Culture della resistenza

L’Associazione, Iniziativa Europea – InEuropa, ha promosso il progetto “informazione e democrazia”, sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della nostra Regione, nel cui ambito si è convenuto di dare via all’azione di predisposizione del numero doppio zero della rivista dal titolo “CULTURE DELLA RESISTENZA” che, in ottemperanza alla nostra consolidata prassi che ha dato esiti positivi per la diffusione di tutte le nostre pubblicazioni, verrà distribuita secondo il registro del book crossing a partire dagli ambienti formativi e delle agenzie di socializzazione delle persone.. Inoltre, il marchio è in via di registrazione.

I parametri che abbiamo considerato per la redazione dei contenuti e dei contributi sono:

  1. La cifra è l’“Autorità della Verità e non quella della verità dell’autorità”.
  2. I vettori convenuti sono aperti ma prioritariamente si intendono: solidarietà, fratellanza, amicizia, dono – nel senso dell’economia del dono-, coesione sociale, uguaglianza, equità, libertà, partecipazione, sussidiarietà…
  3. Il tempo d riferimento è: ieri, l’oggi ed il domani. (un ieri che sappia condizionare l’oggi e progettare il domani)

Dalle nostre rilevazioni appare di interesse un ragionamento intorno all’immaginario storico ed alla figura filosofica della Resistenza; e altresì il richiamo ad episodi significativi ed esemplari di ieri che il grande pubblico, specie dei più giovani, sembra non conoscere. La tradizione orale anche familiare degli eventi di allora si è andata affievolendo, ed ha ripreso forza una cultura pericolosa dell’evasione, se non della revisione e della negazione. Quale l’impatto tutto ciò possa determinare in una società – come l’odierna – ripiegata sull’immanenza e sulla ricerca del dominio del passato per condizionare il domani, credo possa apparire di facile considerazione.
Meno quali siano oggi le nuove pratiche di Resistenza che si dipanano nelle pieghe, nella clinè, della cultura e dell’interazione sociale.
Così, ben sapendo della sicura caratteristica ‘miscellanea’ a cui si piegherà l’arco redazionale della rivista, ma anche tenendo in considerazione il valore delle “diversità” pratiche, esprimiamo il piacere e l’onore di poter ospitare interventi o eventuali interviste sulle tematiche in oggetto.

Guarda la copertina della rivista con i nomi degli autori che compaiono nel numero zero

Scarica il pdf dell’intero numero 0 (fare click sul link con il tasto destro del mouse e scegliere salva con nome).

Un’altra iniziativa, ancora acerba per il momento ma alla quale stiamo lavorando, consiste  nel mettere in cantiere un premio internazionale alle “Culture della Resistenza”. In verità ci stiamo lavorando già da tempo e la socializzazione di esso sta cominciando. Una sua adesione, consiglio, indirizzo, segnbalazione ci sembra un significativo momento realizzativi. Stiamo anche cercando di coinvolgere alcune municipalità come quella di Monfalcone per avere dei riferimenti più stabili e consoni.

ABBIAMO REGISTRATO IL MARCHIO!!!

Abbiamo ricevuto oggi, 26 novembre 2010, la registrazione del nuovo marchio!
Siamo a buon punto per l’acquisizione di valore per l’associazione.

  Guarda l”autorizzazione

nel segno di carmelo zotti

Il Progetto focalizza alcune esperienze significative che direttamente ed indirettamente si richiamano al lavoro del maestro. La risoluzione si sviluppa in una serie espositiva che ingloba artisti come Sergej Glinkov (Italia), Patrizia Sacilotto (Italia), Daniela Rizzato (Italia), Francesco Secchi (Italia), Zdravko Milic (Croazia), Beatrix Giebe (Germania), Milijenka Sepic (Croazia), Tilen Sbona (Slovenia) oltre che, naturalmente, opere del maestro Carmelo Zotti.

Carmelo Zotti, nato a Trieste nel 1933 da padre istriano e madre cipriota, studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove ha come maestro Bruno Saetti. Nella sua pittura il segno è congiunto alla potenza materica del colore. Fin dal 1957 si nota un superamento dell’informale con l’inserimento di una grande figura che sarà il fulcro centrale delle sue composizioni. La sua prima partecipazione alla Biennale veneziana fu nel 1958 (e segue con l’edizione del 1964). Verso gli anni ’60 le figure di Zotti si fanno più pacate, acquistando notevole valenza simbolica. Ed ecco comparire simboli presi a prestito dalle diverse culture (diversità) antiche e moderne, incontrate durante i suoi viaggi che si mescolano a simboli del quotidiano che sono espressi in tonalità oniriche.

La rassegna espositiva apre una finestra sullo scenario internazionale proprio per cogliere i numerosi segni e le diverse tracce che la ricerca artistica di Carmelo Zotti ha impresso nel tessuto regionale e nei territori contermini comprovando il focus triestino. Il progetto vuole essere non solo un momento celebrativo di un artista del capoluogo giuliano, che ha fatto scuola anche a livello internazionale, ma essere altresì un’occasione di approfondimento delle tematiche, della sensibilità e degli slanci che nelle arti figurative e nella letteratura la Regione F.V .G. sa esprimere. La rassegna intende confermare il ruolo di baricentro che la Regione F.V .G. nel suo complesso ed il suo capoluogo esprimono all’interno di un territorio di dibattito più ampio di operatori culturali ed artisti in una dimensione interdisciplinare ed euroregionale. La rassegna compie dunque un’indagine complessa e suggestiva.

Nel periodo della mostra che si intende concretizzare – ed a tal fine abbiamo già presentato richiesta ufficiale per gli spazi espositivi al Comune di Trieste (Palazzo Costanzi) – sono programmati incontri con artisti, rappresentazioni di poesia e musica contrassegnati dal segno della Città di Trieste, della sua Provincia e dell’Euroregione.

L’Associazione con “Il segno di Carmelo Zotti” ha il proposito di dar vita ad una vera e propria contaminazione con altri contesti culturali euroregionali attraverso uno svolgimento itinerante degli eventi culturali, che, oltre a Trieste , interessino centri come Fiume, Capodistria, Villach.

Con questo progetto si valorizzano concretamente le diversità delle componenti del territorio complesso della Regione F.V.G., nella convinzione che l’armonia delle diversità sia fonte di ricchezza per tutta la comunità regionale. La nostra associazione col presente progetto intende non solo rappresentare, ma inverare di fatto negli atti artistici multietnicità e multiculturalità nell’ambito di un’identità plurima.

La rassegna sarà curata e presentata dal prof. Enzo Santese, esperto e critico d’arte.

.insomma, sempre nell’ottica dell’Euroregione, tendiamo a risolvere nella contaminazione con l’arte della pittura e con l’arte della poesia i tratti di incomunicabilità presenti nel mondo contemporaneo.

PER LA NUOVA EUROPA uTI SOCIO

Parte un nuovo progetto di Iniziativa Europea!
A tutti gli intellettuali amici dell’associazione viene chiesto di contribuire, con uno scritto, al dibattito sull’Europa dopo il rifiuto alla ratifica del trattato costituzionale.

Dalla lettera di invito agli amici: “Ci hanno detto che “siamo entrati in una pausa di riflessione” dopo il rifiuto alla ratifica del trattato costituzionale da parte di amici fondatori dell’Europa stessa. Ci sembra molto una pausa senza riflessione. NOI invece vogliamo continuare a riflettere. così ci affidiamo a Voi che siete nostri amici. Sì, a Voi, in quanto intellettuali impegnati nel discorso della Nuova Europa, convinti che il progetto debba incontrare il cuore della gente europea, e non solo circuitarsi e cortocircuitarsi nelle reti del macropotere economico, bancario, euroburocratico, militarpolitico. […]
[…] L’idea è di rendere visibili alla lettura le opinioni degli “amici“, anche quando dovessero esprimere opinioni scarne, poco elaborate che, però, possono essere più vere perchè più sentite ed immediate. Il tanto è e sarà per noi punto di riferimento culturale ed affettivo, di confronto fraterno e per ciò stesso di speranza “politica”. Offriamo pertanto il nostro sito web per qualsiasi approccio alla questione europa che vi paia significativo. Questi contributi saranno per noi e per i frequentatori web del nostro sito un vero dono e un testimonial di quell’economia del dono che vediamo più che mai necessaria e fondante in ogni campo di un nuovo umanesimo.”

La lettera di invito agli amici (file pdf, 19 KB)
La lettera di invito agli amici – versione in tedesco (file pdf, 23 KB)
La lettera di invito agli amici – versione in inglese (file pdf, 6 KB)
La lettera di invito agli amici – versione in francese (file pdf, 10 KB)

I contributi degli intellettuali:
Predrag Matvejevic (file pdf, 46 KB)
Davide Rondoni (file pdf, 3 KB)
Lucio Gregoretti (file pdf, 11 KB)
Letizia Puicher (file pdf, 17 KB)
Bozidar Stanisic (file pdf, 35 KB)

La sensatezza di Sisifo: sussidiarietŕ e solidarietŕ, per una sussidiarietŕ non rovesciata

Dal compromesso fra stato e mercato alla comunità autocentrata e familiare dotata di cittadinanza attiva per promuovere soluzioni “societarie” non basate sul profitto (mercato classico) e sul potere politico (Stato); il controllo sociale sulle istituzioni per una sussidiarietà non rovesciata; l’empowerment dei cittadini attivi versus la rete delle istituzioni.

Insomma: più società e meno istituzionalizzazione!

Non sappiamo ancora l’esito che, come ci hanno detto in Regione, dovrebbe essere in linea generale positivo. Non sappiamo bene dello stanziamento o disponibilità finanziaria e dunque siamo ancora incerti su come potremo organizzare la serie dei seminari che vorremo che fossero uno per settimana e per qualche mesetto. Presto forniremo il calendario sciogliendo l’attuale imprecisione.

IN OGNI CASO SONO APERTE LE PRE-ISCRIZIONI agli indirizzi dell’Associazione: operatori/operatrici, volontari/ie, curiosi/e attenti/e e motivati/e, chi desidera progettare qualche cosa o semplicemente stimolare il pensiero e confrontarsi … sono i benvenuti/e. L’iscrizione è libera, senza tasse ed oneri.

Poesia multiculturale dell’Euroregione per la pace

Abbiamo acquisito una buona esperienza con il progetto “il genio discreto della poesia per la pace – L’Io e/è un Altro” che ha messo insieme le voci proprie di ben 12 poeti e poetesse italiane di grande rilevanza con accanto i testi che vengono letti e che compaiono nel CD. Ci siamo avvalsi della collaborazione di Valter Colle per la produzione fonico e del musicista Silvio Donati che ha composto musiche originali.

I POETI SONO: Tiziano Broggiato; Pierluigi Cappello; Alba Donati; Claudio Grisancich; Gianfranco Lauretano; Marco Marangoni; Marina Moretti; Michele Obit; Isabella Panfido; Alberto Princis; Davide Rondoni; Gianmario Villata.

La direzione scientifica e letteraria di questo nuovo progetto è della prof.ssa Marina Moretti.

Il libro parlato della poesia: le voci dei poeti

Abbiamo anche presentato un progetto per fare “IL LIBRO PARLATO DELLA POESIA: LE VOCI DEI POETI” per permettere alle persone anziane anche ospiti di strutture protette e che hanno difficoltà di lettura di ascoltare direttamente la voce dei poeti e per avvicinare, combinando musica e poesia – magari musica eseguita o composta dai giovanissimi – i giovani a questa dimensione di espressività (libera ed onesta).

Elderly Poetry – Aetas Poetica (prima parte)

È il progetto che l’associazione < Iniziativa Europea > avvia con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura.

Sono invitate a partecipare attivamente le persone anziane ospiti di strutture protette o case di riposo della Regione Friuli Venezia Giulia che scrivono poesie o che le hanno già scritte. Gli operatori e i dirigenti di tali strutture sono invitati a collaborare attivamente segnalando ed inviando i componimenti poetici al nostro indirizzo.
Poetesse e poeti in età libera anche aderenti ad associazioni della Regione FVG. possono inviare i loro componimenti alla nostra associazione.
Verrà così preparato un apposito libro che sarà distribuito agli autori e familiari e biblioteche e strutture protette, delle copie saranno distribuite in book crossing.

Ogni autore è pregato di scrivere anche una brevissima biografia che verrà ovviamente pubblicata insieme alle poesie. Alcune strutture saranno contattate direttamente con apposita nostra lettera.

Lettera di adesione (file formato pdf, 15 KB)
Inviare a: Associazione Iniziativa Europea – Via Commerciale 26 – 34134 trieste

Per altre informazioni si consulti la sezione dedicata alla rassegna degli incontri che si sono svolti e che si svolgeranno in Friuli Venezia Giulia e a Fiume.

Elderly Poetry – Aetas Poetica (seconda parte)

Il progetto Elderly Poetry/Aetas Poetica si è chiuso il 15 ottobre 2006. Ma alcuni hanno inviato i loro componimenti qualche giorno dopo. Abbiamo atteso il 30 ottobre per chiudere definitivamente lasciando qualche margine in più per i disguidi che spesso accadono negli ultimi momenti (spedizioni, poste, perdita di indirizzo.)!!!

Ciò ci costringe ad un impegno maggiore, molto maggiore. Ma lo assolviamo motivati per rendere merito ai tantissimi poeti e scrittori della terza età. SE LO MERITANO, davvero.

Abbiamo incominciato a scrivere al pc tutte le poesie ed i brevi racconti: sono tantissime/i. Dunque siamo molto puntuali. Poi cercheremo un editore e/o stampatore adeguato, che sappia capire ed amare il lavoro svolto dalla nostra associazione, Iniziativa Europea, ed ancor più i versi che sono arrivati fino a noi. Sono arrivati da Trieste, ovviamente, ma da tutta la Regione Friuli Venezia Giulia. E poi da Torino, Como, Milano, Padova, Vicenza, Firenze, Bologna, Roma e persino dall’Argentina. Ci fa piacere sottolineare che sono arrivati versi e scritti da molte strutture protette e case di riposo: sicuramente sono migliorati i rapporti fra operatori ed i poeti-ospiti permettendo così che la cittadinanza entri dalla porta principale in ogni luogo, anche quelli deputati alla protezione e cura.

Pubblicazioni

LA DONNA IL LAVORO IL SOGNO

E uscito per le edizioni Egon di Rovereto (TN) il libro LA DONNA IL LAVORO IL SOGNO a cura di Enrico Grandesso e Carlo Toniato con saggi molto interessanti. Fra essi ricordiamo Saba la donna e il sogno di Marina Moretti, direttrice della sezione letteraria di Iniziativa Europea.

Leggi l’indice del libro

Mademoiselle

Mademoiselle, di Enrico Fraccacreta: la nuova pubblicazione di Iniziativa Europea nella collana “Poesia sin Pureza” diretta da Marina Moretti, Ellerani Editore.

Dall’introduzione di Marina Moretti:

“Le immagini di Sergej Glinkov rendono ancora piů percepibile la poesia del sud di Alpe Adria nel suo lievitare e fondersi con il nostro Nordest.”Reti dal basso crescono nel parmanere della scommessa della poesia come voce di veritŕ e di comunitŕ: da sempre la marca di Inziativa Europea”

Guarda la copertina

Guarda la presentazione andata in onda su Teleradiosansevero

poete a nordest

Recensione di Loretto Rafanelli al libro di poesie “POETE A NORDEST” (prodotto da Assoc. Iniziativa Europea) sul quotidiano LIBERAL, inserto culturale Moby Dick dell’11 giugno 2011.

“Nella elegante veste grafica di Ellerani editore, esce il libro Poete a Nordest, antologia che raggruppa sei scrittrici di valore, prevalentemente friulane. Una buona idea questa, perché permette di evidenziare le virtuositŕ poetiche di scrittrici di una zona dItalia un po ai margini; ma pure di dar conto di una presenza poetica, quella femminile, certamente ricca. Sei poetesse che hanno scritture molto differenziate, e offrono una mappa esauriente della poesia del Nordest. Antonella Bukovaz, ha una versificazione tra il prosastico e laforistico, che si esprime con inesauribile labirintica forza; Marina Giovannelli ha una voce delicata ed emozionante, la sua poesia č una interrogazione continua, con una precisa attenzione alle problematiche sociali; Marina Moretti, evidenzia una sicura maturitŕ, espressiva e linguistica, le sue poesie sono attraversate da una grande passione umana e civile, e ci paiono tra le piů riuscite del volume; Gabriella Musetti, si pone di fronte al dolore e alle vicende della vita con nitida parola e sincera onesta ricerca; Mary Barbara Tolusso, esprime bene il groviglio della vita, con la sua caoticitŕ e le sue ipocrisie, in un cercarsi e un cercare continui; Claudia Vocina, scrive poesie in sloveno e in italiano, e sono versi dai tratti leggeri come pennellate, frammenti classicheggianti e puliti. Il volume č accompagnato da belle immagini di cinque brave artiste friulane: Battistella, Blarasin, Jandolo, Marchionni, Santoro.”

Ecco la copertina (cliccare sulla miniatura) del libro al femminile, che giustamente si fa notare: il 24 novembre saremo a Bologna per la giornata della violenza sulle donne a Bologna, e poi l’8 marzo 2012 saremo a Zagabria per presentarlo.

Leggi la recensione del Piccolo del 23 settembre 2011
Leggi la recensione sulla rivista “Qui libri” n. 8 di novembre/dicembre 2011 ad opera di Maddalena Capalbi. La rivista č reperibile nelle librerie Feltrinelli.
Leggi la recensione Trieste ARTECULTURA di febbraio 2012 a cura di Liliana Passagnolli

IL DESTINO DEL MARE NELLA POETICA DI GIACOMO SCOTTI

E’ uscito per i tipi Hammerle Editori nella collana Il Nuovo Timavo il libro di versi “Poesia del mare”, 2011.
di Marina Moretti

Che il mare ti fosse destino lavevo capito, come lo puň capire chi condivide con te questo segno. Mi era chiara la tua anima adriatica, che se ci penso č quella di un mare stretto, che agogna alle sponde, sempre in viaggio con gli occhi e la mente come unonda buttata dalluna allaltra parte, contro i duri argini di una storia sfortunata, col tarlo della nostalgia di antiche unioni, del sogno di nuove possibili. La tua stessa identitŕ mi pareva liquida sempre mobile, venata di forti rizomi che ti ancoravano come alghe avvolgenti alle terre opposte, irenica; salvava dai nazionalismi assassini. Da lě nasceva il tuo impeto civile, la tua religione delluomo, la battaglia per la lingua, per la gente istriana, per gli italiani rimasti sullaltra costa, la fratellanza con le terre tormentate nel cuore nero dei Balcani, lutopia della koinč transadriatica. Ma la tua poesia del mare, che ci hai affidata come una creatura da mostrare tutta intera, dai frammenti pubblicati a quelli inediti, tuttintera creata in cinquantanni di scrittura, č una cosa che avevo solo sfiorato a qualche lettura pubblica nella tua Fiume, dove tante volte ci hai accolti, noi di Iniziativa Europea, negli scambi di un idea condivisa di Euroregione.In questi versi nati in riva allAdriatico č quellaltro mare che parla, il Mediterraneo greco della tua anima greca, che ti consegna al mito, allo stupore delle origini, a dirla questa trepidazione del primo sguardo che incontra le forme del mondo come potenze vive e terribili. Il mito č narrazione preumana, ha parametri divini, incontra gli antichi dei, la natura quandera sacra, e non una discarica, ha a che fare con la vita universale e immortale. Per arrivare a questo vedere bisogna essere intensi, amare. Le tue poesie , cosě tante, di tantissimi anni, parlano di un rapporto quotidiano, lunghe contemplazioni, silenzi, appostamenti, turbamenti, uno stare accostato al mare,osservarlo nei suoi infiniti cambiamenti fisici e simbolici,vivere nelle sue metafore, proiettarsi in lui per dare senso grande, potente alla nostra fragilitŕ umana di minima pars. A forza di amare il mare, hai incontrato il dio del mare Uomo libero, sempre avrai caro il mare,comincia cosě una famosa poesia di Baudelaire. Questa libertŕ che ha marcato la tua vita di movimento, ricerca, opposizione,č quella che consente anche labbandono lirico. E forse la genesi della tua metafora del mare. Certe metafore sono voci del profondo, che ci connettono con il mistero nostro e delluniverso.

Guarda la copertina
Leggi la recensione di Liliana Passagnoli
Leggi lo spazio dedicato al libro su Liberal
Guarda la pagina della rivista “QUI LIBRI” (in vendita presso le librerie Feltrinelli)

cosi’ vicino cosi’ lontano

E’ stato stampato il nuovo libro italo-sloveno “Cosě vicino, cosě lontano” in lingua italiana e slovena. E’ il primo testo scolastico bilingue che vede attive le scuole superiori di Trieste ed una “reciproca” antologia.

Guarda la copertina
Credits del testo

equinozi

La luce e la notte hanno la stessa durata. La festa degli opposti che diventano uguali. Cosě la poesia italiana di Marina Moretti, donna, e la poesia slovena di Aleksij Pregarc, uomo, si fondono nella regia musicale di Alfredo Lacosegliaz e nelle voci di Ornella Serafini e di Irene Pelihan. Il dialogo poetico diventa un atto lirico che restituisce larmonia di un mondo.
Booklet (disco cantato con le poesie di Marina Moretti e Aleksij Pregarc in italiano/sloveno e i testi bilingue) Edizioni Nota, Udine.

ENAKONOJA – SPREMNA MISEL

Svetloba in tema sta uravnoteeni. Slavje nasprotij, ki se izenaujeta. Tako se italijanska poetika Marine Moretti, enske, in slovenska lirika Aleksija Pregarca, mokega, stapljata v muzikalino pripoved Alfreda Lacosegliaz in petje Ornelle Serafini in Irene Pelihan. Poetini dialog se spreminja v simbiozo lirinosti, ki svetu vraa harmonijo.

Guarda la copertina
Recensione del Primorski
Recensione del Piccolo

in sacro anima vagans – arte e poesia

E’ finalmente disponibile la copertina del libro in sacro anima vagans – arte e poesia, con opere di Tiziano Broggiato – Giovanni Fierro – Claudio Grisancich – Gianfranco Lauretano – Francesca Merloni – Marina Moretti – Roberto Mussapi – Alberto Princis – Loretto Rafanelli – Enzo Santese, per la Ellerani Editore.

Iniziativa Europea grazie alle sue reti face-toface riesce a discernere fra ammirazione e imitazione. Con in sacro anima vagans riconferma il bisogno di ammirazione di quel sacro che č saturo di essere. Larte e la poesia, svolgendo funzioni ireniche importanti, nellepoca di globalizzazione ci permettono di distinguere fra il senso di un viaggio a Puket e quello dellopportunitŕ di esaltare lespressivitŕ delle relazioni dando spazio e voce ai talenti: poeti e pittori. La proposta del nostro scambio altro non č che il dono: exode de soi sans retour.

Guarda la copertina

atlantidi, di marina moretti

ATLANTIDI: il nuovo libro di poesie di Marina Moretti, direttrice della sezione letteraria dellassociazione Iniziativa Europea.

POESIE di MARINA MORETTI
ILLUSTRAZIONI di SERGEJ GLINKOV
PRESENTAZIONE di ENZO SANTESE
EDIZIONE: ELLERANI EDITORE

Creativitŕ, Critica e Operativitŕ sono i vettori di Iniziativa Europea che propone una cultura della addizione con la poesia e con le pitture nella sua nuova linea editoriale dal titolo sin pureza.

Guarda la copertina nel dettaglio

Leggi la presentazione di Enzo Santese sul gazzettino del 28 febbraio
Leggi la recensione di Augusto Debernardi
Leggi la recensione del Nuovo FVG
Guarda la segnalazione nella rubrica “Poesia” del bimestrale <PIů LIBRI> di sett/ott 2010.
Leggi la recensione sul giornale “Il Provinciale” di Foggia.

Unanteprima da IniziativaEuropea

Che Guevara concludeva la sua vita il 9 ottobre1967, dopo aver percorso muchos caminos, aperto muchas veredas e navigato en cien mares ed attraccato en cien riberas. Un approdo fu Fiume/Rijeka dove Giacomo Scotti ebbe modo di incontrarlo. Una foto immortalň questo incontro, mentre il Che e Giacomo Scotti camminavano per la strada principale di Fiume. Il Che era in missione diplomatica per imparare e cercare nuove linee economiche e commerciali per la sua Cuba.
Giacomo Scotti con questo libro, di prossima pubblicazione, colma una curiositŕ e una lacuna.

novita’ in libreria

Iniziativa Europea si lascia sedurre dalla divisione del numero in tre; la divisione che dŕ ben tre quozienti: quello creativo, quello critico e quello delloperativitŕ. Nel suo lanciare progetti per avere possibilitŕ di azione operativa cerca loltre, oltre i confini delle lingue e delle culture con i percorsi solidali delle donne e oltre i confini che separano linclusione. La scommessa č quella di dare vita alla parola capace di nominare ciň che non č stato ancora pensato, dove il verbo va allinizio ante rem e dove la ricerca in quanto tensione indeponibile conduce allascolto in una dislocazione che richiede una sospensione di ogni consuetudine di senso. Se, come scrive Flavio Ermini, poesia č passione per la veritŕ che si apre allorigine, allinizio, un nuovo evento; non č la messa inscena di una realtŕ preesistente, esterna allinvenzione linguistica… allora la poesia si incastona in un nuovo progetto del mondo. Verso un nuovo inizio. Nellordine del nostro discorso possiamo interpretare il linguaggio e quindi la letteratura minore come conseguenza pratica di ciň che una minoranza fa in una lingua maggiore. Questo comporta tre distinte proprietŕ: deterritorializzaizone; cosa politica; valore collettivo. Non ci soffermiamo su di esse.
Nella maggioranza il fatto individuale o personale (familiare, coniugale, genitoriale, lavorativo..) tende a congiungersi, a connettersi con altri fatti altrettanto individuali mentre il contesto sociale serve solo come sfondo, come contorno. Ne deriva che nessun fatto edipicamente rilevante č indispensabile o necessario (non a caso si ha un proliferare di istanze legate alla sessualitŕ in maniera diffusa e abnorme, dal voyeurismo diffuso non solo via internet alla copulazione fra giovanissimi/e) e
tutti quanti fanno blocco in una spazio allargato. La norma diventa cosě ad alta soglia che accoglie tutto ed il suo contrario. Nella letteratura minore composta dal linguaggio minore č tutto diverso perché lesiguitŕ dello spazio fa sě che ogni fatto individuale si innesti immediatamente sulla politica. Esso, fatto individuale cioč, diventa necessario ed indispensabile ed ingrandito come se fosse stato messo sotto una lente del microscopio ed in esso si agita e si conforma una storia ben diversa capace di uscire dalla spazio esiguo e diventare un riferimento. A pensarci bene le osservazioni freudiane legate al triangolo edipico non sono forse la medesima cosa? Si connettono ad altri triangoli, commerciali, economici, giuridici di cui determinano i valori. Il linguaggio di genere esce dunque dallindividuale in sé e per sé e diventano fatti valoriali, politicamente rilevanti. E il tutto nella pienezza della luce. Le tre proprietŕ si risolvono nella funzione tensoria che implica la riterritorializzazione del senso. La rifrazione č data dai tre nuovi libri di poesia. Quello di Loretta Marsilli, Calamity č qui; quello di Marina Moretti Portolano del tempo Pristini asov (traduzioni in sloveno) e quello di Aleksij Pregarc, Zavratna usoda Subdola sorte.
E evidente che senza la presenza delleditoria rizomatica di cui Hammerle Editori č grande esempio ed esemplaritŕ la operativitŕ avrebbe segnato il passo. Lavere portato a tre i numeri della collana traduzioni de Il nuovo Timavo č una bella soddisfazione che non mancherŕ di additare la realtŕ di una porta ormai aperta. Ed anche un grazie a quei servizi della Regione Friuli Venezia Giulia (dellassociazionismo) che hanno valutato i nostri progetti in maniera positiva permettendoci di sostenere i costi concreti.

Leggi la recensione della rivista Arte & Cultura di marzo 2010.
Leggi la pagina della cultura del Primorski del 15 dicembre 2010 (in sloveno).

m@gm@ news

Il presidente di Iniziativa Europea, Augusto Debernardi, č stato inserito fra i Soci Onorari dell’Osservatorio Processi Comunicativi.
Vai alla Pagina Web Associati
Vai alla Pagina Personale di Augusto Debernardi

TRIESTE ARTECUTLURA n. 135, maggio 2009, Hammerle Editori, Trieste

Il nuovo numero di Trieste ARTECULTURA riporta un ottimo articolo sulla mostra Arte e Poesia nel segno di Carmelo Zotti che la nostra Associazione INIZIATIVA EUROPEA ha organizzato e concluso con un alto numero di visitatori, a firma di Matteo Gardonio (che ringraziamo ed apprezziamo).
Clicca qui per leggere l’articolo
Vi si trova poi un bellarticolo di Marina Moretti su Jack Hirshman, grande poeta statunitense, che č stato da lei recentemente incontrato e presentato al festival di poesia a Cormons.
Nella sezione societŕ economia, cultura, si trova il testo di Augusto Debernardi dal titolo Il desiderio nella polis che tratta della attuale crisi economica e delle opportunitŕ offerte invece dal welfare pubblico e dalle pensione come fattori di prevenzione ed anche alcuni aspetti favorevoli dettati dal registro della cultura se ben governato.
Un numero da leggere, per questi testi che ci riguardano direttamente e per tutti gli altri veramente importanti!

il nuovo quaderno di m@gma@

E uscito il nuovo libro collettivo ed internazionale dei Quaderni di M@gm@ dellOSSERVATORIO DEI PROCESSI COMUNICATIVI dal titolo SCRITTURE RELAZIONALI AUTOPOIETICHE, a cura di Orazio Maria Valastro (ediz. Aracne, Roma, 2009).
Unavventura di formazione per le donne e gli uomini alla ricerca di se stessi… larte della autobiografia e del paesaggio del sé il fondamento per una pedagogia della memoria e dellimmaginario.
Iniziativa Europea con un testo di Augusto Debernardi e Marina Moretti č presente con il preciso riferimento alla pratica condotta con Elderly Poetry/Aetas Poetica (Ediz. KappaVu, Udine)

Gli autori di Scritture Relazionali Autopietiche:
Orazio Maria Valastro, Duccio Demetrio, Antonio Zulato, Federico Batini, Domenico Amoroso, Marina Moretti, Augusto Debernardi, Ferdinando Testa, Mabel Frantone, Georges Bertin, Magali Humeau, Pascale Fautrier, Salvatore Squillaci, Fabio Olivieri, Associazione Le Stelle In Tasca e Iniziativa Europea.

Guarda la copertina

elderly poetry, una sopresa!

 

Vi ricordate di Elderly Poetry/Aetas Poetica? (Ediz. KappaVu, Udine, 2007)
Ecco la sua copertina.
Sono passati due anni ed oggi, in occasione della apertura della mostra Arte e Poesia nel segno di Carmelo Zottiabbiamo ricevuto la vista del sig. Alfonso Rigamonti, classe 1926 e residente in una cittadina in provincia di Como, non proprio dietro langolo rispetto a Trieste. Il sig. Alfonso č un poeta che č stato pubblicato sullantologia ed ha voluto venirci a conoscere di persona. Era accompagnato dalla sua badante e da alcuni amici. Prima a casa nostra e poi alla mostra a Palazzo Costanzi. Ci ha portato una nuova raccolta di poesie con una a cui č particolarmente legato. E questa, il suo dono per lAssociazione e per tutti con la nostra promessa della sua collocazione sul sito di Iniziativa Europea. Ne siamo orgogliosi, commossi ed onorati e lo ringraziamo di cuore.
LAMICO VERO

Amico amico vero
nella mia casa, mio rifugio
umile, forte e sincero

Tu non hai colore
non tieni bandiera
accanto nel dolore

donar per te č gioir
e questo mondo ingrato
come ti puň capir

Chi č solo e dimenticato
non per vil denaro
da te č piů amato

E quando su quel viso
posi una carezza
a te basta un sorriso

Stammi sempre vicino
e nella notte buia
dividi il mio cuscino

Infondi pace e virtů
e dopo lEterno
in terra ci sei tu
(Alfonso Rigamonti)

L’associazione

L’Associazione INIZIATIVA EUROPEA nasce nel luglio 1997 presso lo studio notarile Comisso di Trieste. E’ iscritta al registro regionale del volontariato col n° 688.

Dove siamo?

L’associazione ha avuto nell’ultimo periodo due sedi, una a Gorizia e l’altra a Trieste. La sede di Gorizia è stata chiusa di recente per contenere i costi e le spese di gestione.Una deliberazione associativa stabilisce, proprio per raggiungere questo obiettivo non fine a se stesso, che la sede sia presso la residenza del presidente. Si è cioè preferito mantenere il focus operazionale od operativo sulla mission “vera” attraverso le azioni piuttosto che autereferenziarsi sulla sede logistica. Era indubbiamente una sede prestigiosa dove si sono tenuti diversi corsi per una cittadinanza europea. Ma gli eventi condizionano cambiamenti sostanziali a cui non sono affatto ininfluenti certe scelte burocratico/amministrative che sembrano dire che “da quando c’è il trattato costituzionale europeo c’è meno bisogno di sensibilizzazione all’Europa”. La pratica sta dimostrando ed ha già dimostrato esattamente il contrario.

Questa scelta di oculata amministrazione si basa anche sulla speranza e sull’ auspicio che il sistema di rete internet possa supplire all’impoverimento logistico imposto dagli attuali registri di finanziamento alla sussidiarietà. Una sussidiarietà che stenta a farsi largo nelle autoreferenzialità dell’istituito.

In ogni caso l’ambiente goriziano resta per la nostra associazione un elemento di vitale interesse. Prova ne è la promozione del volume EX BORDER curato da Alberto Princis nel 2005 come testimonianza cartacea di un progetto di incontri culturali nelle scuole, di letture poetiche e tavole rotonde tra artisti e scrittori del Friuli – Venezia Giulia e della Slovenia al momento dell’allargamento ad est e della caduta dell’ultimo muro europeo che divideva la città di Gorizia.

Cosa possiamo fare?

L’associazione ha un numero non elevato di soci attivi ma riesce a collaborare piuttosto bene con altre associazioni di base costruendo sinergie interessanti. E’ un’Associazione di base ed è aperta al contributo di ogni persona onesta.

La sua mission statutaria è promuovere:

la cultura dell’integrazione attraverso ricerche, dibattiti, seminari, conferenze, manifestazioni, fiere, congressi
corsi di formazione professionale
azioni informative anche con periodici, trasmissioni televisive etc..
raccolte di documentazione ed archivi
edizioni per favorire lo scambio culturale come collante di coesione sociale nei e fra paesi europei e dell’area mediterranea
campagne di sostegno e informative sulle attività delle istituzioni europee
interventi di cooperazione allo sviluppo
la multicultarilità nello sviluppo dei popoli
azioni di promozione sociale per giovani, donne, anziani, lavoratori e fasce deboli
ooperazione con altre associazioni europee per favorire contatti e scambi culturali.
L’Associazione Iniziativa Europea è di puro volontariato ed è aderente al Centro Servizi Volontariato della Regione Friuli Venezia Giulia.

Cosa abbiamo fatto?

All’attivo della Associazione ci sono moltissimi corsi di formazione tenuti nelle aree di confine per sviluppare le competenze degli operatori addetti agli sportelli di accoglienza degli stranieri; numerose conferenze ed incontri pubblici sui temi della cultura europea, della scienza, della carta costituzionale europea, delle identità, dell’immigrazione; molte pubblicazioni e partecipazioni a riviste di settore .

E’ in grado di esser partner attivo di altre realtà europee per lo sviluppo di un linguaggio (soggettività ed identità) europeo nel rispetto delle differenze e delle culture minoritarie esistenti nei vari territori.

Negli ultimi tre anni Iniziativa Europea ha iniziato la produzione di una collana letteraria, diretta da Marina Moretti, con partnership di editori locali e nazionali (Hammerle di Trieste, l’Harmattan Italia) che mira a produrre testi poetici di qualità, ma anche d’impegno nel senso della promozione:

“TRIESTE-EUROPEAN POETRY”, Hammerle 2004, a cura di Marina Moretti, Aleksij Pregarc, Gerald Parks: antologia di poeti contemporanei di Trieste di diverse lingue e dialetti(italiano, sloveno, triestino, tedesco) tradotti in inglese, per significare la polifonia complessa di una città di confine e darle voce europea di città dell’incontro;
“DALLA PARTE DEL FUOCO”, Hammerle 2005: poema postumo di Paolo Universo sugli anni ’70 dell’utopia e del piombo, che ebbero nella Milano del boom economico e industriale, delle stragi e delle lotte sociali, la capitale del tardo-capitalismo italiano e un drammatico laboratorio d’integrazione tra il Nord e il Sud del paese.
Cosa faremo?

Sono in corso di realizzazione due nuovi progetti della collana letteraria:

il volume di poesia “IO E’ UN ALTRO/ YO ES OTRO”, curato da Marina Moretti e Elvira Prenz per le edizioni l’Harmattan Italia: antologia di poeti del Friuli Venezia Giulia e della regione del Rio della Plata (Argentina-Uruguay) in traduzione a specchio (italiano e spagnolo) per esprimere un senso nuovo e plurimo dell’identità attraverso l’alterità nelle voci provenienti da terre investite da grandi fenomeni migratori;
un prodotto di poesia-sonora dal titolo “Il genio discreto della poesia per la pace”, cofanetto di performance poetico-musicali in collaborazione con Valter Colle, studioso di musica e canzone popolare e produttore di nicchia. Si tratta di un Cdrom (con annesso libretto di testi) di 12 poeti italiani – Tiziano Broggiato, Pierluigi Capello, Alba Donati, Claudio Grisancich, Gianfranco Lauretano, Marco Marangoni, Marina Moretti, Michele Obit, Isabella Panfilo, Alberto Princis, Davide Rondoni, Gianmario Villalta – che leggono le loro poesie e interagiscono con le composizioni musicali di Silvio Donati sul tema del rapporto identità-alterità.
Sono allo studio altre importanti iniziative culturali tra le quali:

L’organizzazione di una mostra dal titolo “MULTICULTUR ART” con importanti artisti dell’est-ovest europeo e la collaborazione di Predrag Matvejevic;
La pubblicazione del volume di Michele Zanetti “FRANCO BASAGLIA: una biografia”. Sotto la lente d’un testimone d’eccezione – in quanto pubblico amministratore e facilitatore della riforma psichiatrica a Trieste negli anni ’70 – il profilo di un rivoluzionario di pace, Franco Basaglia appunto, che con la sua azione di deistituzionalizzazione e ri-abilitazione realizzò a partire da un versante tecnocratico sanitario una straordinaria azione di promozione sociale oltre che di cura; la lezione di trasformazione del registro psichiatrico di Basaglia aveva indicato nel territorio, il luogo di vita cioè, l’ambiente elettivo del sapere, della relazione, della percezione dei bisogni e della loro risposta. Non solo centri di salute mentale, anzi, molto di più;
Un progetto per una pratica di storia condivisa insieme all’associazione slovena TIGER, volto a realizzare attraverso interviste mirate e raccolte di memorie la polifonia dei vissuti e delle aspettative dopo la caduta del fascismo in persone nate prima del 1945;
Un impegno culturale ad ampio raggio ma radicato nel dialogo diretto tra gli individui orienta sul territorio e sulla rete INIZIATIVA EUROPEA, convinti come siamo che la cultura è elemento fondante di coesione sociale più delle istituzioni stesse e delle normative e che senza un sistema di valori condivisi e disposizioni all’affettività e all’ascolto sia ben difficile creare un’identità europea, il sentimento dell’Europa, creare donne e uomini in grado di pensare come europei.
“Come la pelle conchiude un corpo e lo separa dal resto del mondo così l’istituzione divide il corpo sociale nella custodia delle sue stesse norme. La cultura, al contrario, permea e pervade gli animi con la ricerca della verità comune e della libertà d’espressione” può essere l’emblema dell’operatività dell’Associazione INIZIATIVA EUROPEA in una prospettiva in cui “doc” sìano i prodotti agro-alimentari e non le sedi di nascita dei cittadini, delle persone che hanno sì diritti ma non privilegi.